Bronte, la mozione di sfiducia anti-Calanna spacca in due la città: e costringe la politica a riflettere

Come un sasso nello stagno, dopo un mese e mezzo di silenzio seguito ad un arresto clamoroso. E’ l’effetto che a Bronte, tra le forze politiche, ha prodotto l’annuncio, da parte della consigliera Valeria Franco del M5S, della presentazione della mozione di sfiducia contro il sindaco Graziano Calanna, finito ai domiciliari il 30 novembre scorso e poi sospeso dalle funzioni dal Prefetto di Catania.
Ieri sera è arrivata la risposta della maggioranza. In una nota “infuocata”, firmata dal vice sindaco Gaetano Messina, si dà dell’incompetente al M5S e si spiega che “…lo status della sospensione della carica non equivale a decadenza”. Ma nella conferenza stampa di ieri i rappresentanti del Movimento 5 Stelle non avevano parlato di decadenza del sindaco di Catania, solo di ragioni di opportunità che devono indurre il sindaco a rassegnare le dimissioni. Com’è possibile che il vice sindaco Messina sia incorso in un errore così grossolano?
“Non abbiamo mai pronunciato il termine ‘decadenza’ – sottolinea Valeria Franco, consigliera comunale del M5S a Bronte – e la cosa si può facilmente verificare rivedendo la diretta oppure rileggendo il comunicato. Ma nelle sue dichiarazioni, il vice sindaco afferma altre due falsità. Una è quella secondo la quale noi, presentando la mozione di sfiducia, siamo entrati nel merito della vicenda giudiziaria. Cosa anche questa non vera. Mi auguro, infatti, che il sindaco risolva i suoi problemi giudiziari. Ho detto, invece, che bisogna prendere atto che il sindaco non può fare il sindaco per due motivi: arresti domiciliari e sospensione. L’ultima falsità è quella secondo la quale ieri abbiamo parlato di situazione illegittima. Falso: abbiamo sottolineato la delegittimazione etica e morale che deriva dall’assenza del sindaco”.
L’iniziativa dell’esponente “grillina” è servita a rompere il muro di omertà da parte di tutte le forze politiche scattato all’indomani dell’arresto di Calanna. Nella parte finale della sua dichiarazione, il vice sindaco Messina ieri ha accusato il M5S di fare il gioco di “…qualcuno che scalpita per tornare ad amministrare Bronte”. Fin troppo chiaro il riferimento all’area politica dell’ex sen. Pino Firrarello.
“Secondo altri, invece, – osserva la consigliera Valeria Franco – l’iniziativa finisce con il favorire il sindaco Calanna. Questa è la dimostrazione che io non faccio il gioco di nessuno ma l’interesse dei cittadini”.
La mozione di sfiducia attende ora di essere sottoscritta da almeno 13 consiglieri per produrre i propri effetti. Un numero alto di adesioni, difficilmente raggiungibile. Gli effetti sul piano politico e nei confronti dell’opinione pubblica, però, l’iniziativa dei pentastellati li sta già producendo costringendo addetti ai lavori e semplici cittadini a ragionare sull’anomalia di una comunità il cui leader politico eletto non può governare perché ‘fermato’ dalla magistratura.

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