Catania, GdF sequestra beni per 3 mln a referente clan Ercolano: summit di mafia nei suoi market (VIDEO)

Beni per 3 milioni di euro sono stati sequestrati, su proposta della procura di Catania, dalla Guardia di finanza a Rocco Biancoviso. Fabbricati, terreni e aziende (market dove si svolgevano anche summit di mafia), riconducibili al 52enne, destinatario di due ordinanze di custodia cautelare in carcere per i suoi legami a Cosa nostra etnea (operazione “Chaos 2”) e per estorsione aggravata in concorso (operazione “Pizzini”). L’uomo è attualmente recluso nel carcere di Bicocca, a Catania. Dal 2007, per circa un decennio, è stato il referente della famiglia Ercolano per la zona di Scordia per conto della quale investiva risorse in attività imprenditoriali e imponeva il pizzo. Ancora prima, negli anni Novanta, alcuni collaboratori di giustizia, lo hanno indicato come il cassiere dei Di Salvo, famiglia egemone, in quel periodo a Scordia, appartenente al clan siracusano dei Nardo. Gli approfondimenti effettuati dagli specialisti del Gico sono consistiti nella elaborazione del vasto compendio indiziario a carico di Biancoviso frutto delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, dell’esame di documentazione bancaria e contabile, delle evidenze di atti pubblici e scritture private e, da ultimo, delle intercettazioni telefoniche e ambientali eseguite nell’ambito dell’operazione “Pizzini” eseguita dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Catania che portò, nel luglio 2018, all’esecuzione di 4 misure restrittive.
Gli accertamenti patrimoniali eseguiti hanno permesso di individuare le attività imprenditoriali a lui riconducibili nonché i beni patrimoniali acquisiti con risorse finanziarie di provenienza illecita. Nello specifico, spiccano i supermercati “il Coccodrillo” di Scordia, ritenuti essere locali dove Biancoviso incontrava altri esponenti mafiosi del clan Santapaola-Ercolano per discutere di affari ed estorsioni. Le due aziende erano state intestate e formalmente acquisite da soggetti di fiducia. Documentata un’evidente sproporzione, per circa un milione di euro, delle attività economiche possedute da Biancoviso e dalla sua cerchia familiare rispetto ai redditi dichiarati al fisco. Le indagini eseguite anche con l’ausilio del sofisticato software “Molecola” sviluppato dalla Guardia di finanza, hanno dunque consentito di giungere al sequestro di 3 milioni di euro che ha interessato 16 immobili (dei quali 7 fabbricati e 9 terreni situati nel territorio di Scordia), 10 titoli e rapporti finanziari, 2 auto nonché le 3 imprese: “azienda Eden”, con sede in Scordia, di somministrazione di cibo e bevande; “il Coccodrillo srl”, con sede in Scordia, attività di commercio al dettaglio di generi alimentari e prodotti per l’igiene della casa; e il market “il Coccodrillo srls”, di Scordia.

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