Gruppo Abate, conti oscuri e carenze documentali: così il Tribunale ha deciso il sequestro del patrimonio

Carenze documentali e punti del tutto oscuri sui conti dell’azienda. E’ da questa ampia zona grigia che prende mosse la decisione del Tribunale di Catania, sezione fallimentare, di sequestrare il patrimonio della “Roberto Abate S.p.A.”. Beni mobili, immobili e conti corrente sotto chiave, affidati a due custodi che hanno 15 giorni per depositare un elenco dei costi fissi necessari alla gestione della società. Decisione clamorosa in attesa che concluda il suo iter la richiesta di “concordato” avanzata dalla società agli inizi di febbraio (il Tribunale ha concesso 60 giorni di tempo per la produzione degli atti necessari).
Nel decreto di sequestro il Collegio paventa “…la lesione della capacità produttiva dell’impresa e della stessa integrità aziendale a discapito degli interessi dei creditori”.
La “Roberto Abate S.p.A.” fino a ieri era un colosso siciliano della grande distribuzione organizzata con centinaia di supermercati sparsi in tutto il territorio dell’Isola e oltre mille dipendenti. Fondata nel 1968 dal Commendatore Roberto Abate, in tempi più recenti la gestione del gruppo è passata nelle mani dei figli: Salvatore, Marcello e Laura.
Fino all’agosto dello scorso anno, fiore all’occhiello del gruppo che ha sede a Belpasso era il complesso commerciale Etnapolis, poi ceduto alla banca d’affari americana Morgan Stanley per 90 milioni.
I magistrati del Collegio che ha emanato il decreto con il quale si dispone il sequestro – Mariano Sciacca presidente, Fabio L. Ciraolo giudice, Alessandra Bellia giudice relatore – puntano l’attenzione su alcune falle che fanno presagire ulteriori decisioni penalizzanti per la società. “Vista la nota della Procura, e relativi allegati, depositata il 23 febbraio 2019, ove puntualmente vengono evidenziate carenze documentali (quali la mancanza del conto economico e del dato al 7 febbraio 2019, tali da consentire di verificare la situazione patrimoniale e l’andamento economico della società nel periodo sino al deposito della domanda di concordato né tanto meno le ragioni della crisi – posto che al 31 dicembre 2017 la società aveva chiuso con un utile di 1,0 milioni di euro a fronte di una perdita di esercizio al 31 dicembre 2018 di ben 73,1 milioni di euro)”.
Si badi bene: da più 1 a meno 73 milioni di euro in un solo anno. Una inversione a U dei conti che insospettisce fortemente i magistrati secondo i quali “appare, così, verosimile la sussistenza di uno stato di insolvenza riscontrabile nella incapacità della società a fare fronte con il proprio patrimonio alla dichiarata imponente esposizione debitoria”.
Sotto la lente dei giudici fallimentari ci sono soprattutto le cessioni dell’asset patrimoniale della “Roberto Abate” a partire dalla vendita di Etnapolis (ceduta, in realtà, da Alis Immobiliare, controllata al 99,9% dal Gruppo Abate), la cessione in data 21 dicembre 2018 del ramo di azienda con la Medial Franchising s.r.l. (una controllata del Gruppo Ergon di Ragusa), il contratto di affitto di ramo di azienda con la F.lli Arena s.r.l. il 31 gennaio 2019, e l’affitto e successivo contratto preliminare di cessione di rami d’azienda con Rocchetta s.r.l. del 4 febbraio 2019.
“In realtà – si legge nel decreto – le cessioni sembrano riguardare l’intero asset patrimoniale della ‘Roberto Abate’ incidendo anche sull’attività ordinaria della stessa attraverso la cessione di numerosi punti vendita, eseguiti dunque ante proposta di concordato.
“Del relativo flusso di denaro e della conseguente gestione dello stesso – continuano i magistrati – non si è tuttavia dato alcun riscontro, se non parziale e non adeguatamente documentato”.
Al pettine fino sono passati soprattutto i conti e le disponibilità liquide del Gruppo che risultano essere pari a poco più di 907 mila euro.
“Dall’estratto conto – si legge ne decreto di sequestro – nulla è dato comprendere in ordine alle movimentazioni di detti flussi di denaro, tra l’altro di rilevante importo, nella specie oltre 15 milioni di euro, essendo lo stesso incompleto, mancando di diverse pagine, e relativo a movimentazioni sino al 22 agosto del 2018.

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