Corruzione, a Palermo 14 misure cautelari: pizzo al 3% per opere di pubblica utilità

Sono 14 le persone, tra imprenditori e funzionari pubblici, che a Palermo dovranno rispondere, a vario titolo, di corruzione, falso in atti pubblici e truffe aggravate ai danni dello Stato. Le indagini sono state curate dai poliziotti dalla Sezione “Anticorruzione” della Squadra Mobile che hanno raccolto numerosi indizi a carico di diversi funzionari statali in servizio presso il Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche di Palermo.

Per la prima volta a Palermo, ed una delle prime a livello nazionale, il provvedimento cautelare prevede la misura del divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per 12 mesi ( recentemente introdotta dalla legge “spazzacorrotti”) a carico di 8 imprenditori. L’indagine riguarda principalmente appalti pubblici finanziati con fondi del Ministero Infrastrutture e Trasporti ( MIT) – in particolare per l’edilizia scolastica- o di altri enti o Ministeri, stanziati per lavori di ordinaria o straordinaria manutenzione di immobili dello Stato, utilizzati per fini istituzionali o di pubblica utilità. Le indagini hanno rilevato la consegna di diverse tangenti il cui importo corrispondeva circa al 2-3% dell’importo complessivo del finanziamento statale. Il modus adottato consentiva all’imprenditore di recuperare l’importo della tangente, attraverso l’inserimento di voci di spese fittizie o maggiorate nei documenti contabili, predisposti dai funzionari infedeli, restando di fatto a carico dello Stato. Gli appalti pubblici in questione riguardano 5 Scuole nelle province di Palermo, Enna e Catania, un immobile confiscato alla criminalità organizzata e destinato all’arma dei Carabinieri per esigenze alloggiative del personale ed altro immobile a Capaci, destinato alla nuova Stazione dei Carabinieri della cittadina.

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