Adrano, la pazza idea di resettare e ripartire: la proposta di Mancuso, prima che arrivi uno tsunami

E’ una proposta stramba e provocatoria e di certo non realizzabile, però rende l’idea della situazione in cui si trova Adrano.

Conoscete quella battuta cinica: “Siamo sull’orlo del baratro e abbiamo fatto un passo in avanti”? Ad Adrano è più o meno così. L’ex sindaco Mancuso parla al primo cittadino in carica per dirgli di scendere da cavallo, ripulire la stalla e ripartire. Si dice perfino disposto a proporre Angelo D’Agate come candidato unico per un incarico bis. Tutto, pur di evitare il disastro che incombe sulla vita amministrativa della città e, quindi, su tutta la comunità. Gonfiano come rospi, e prima o poi esploderanno, le inchieste che riguardano maneggi elettorali e ‘messe a disposizione’ dentro il Consiglio comunale. Nel frattempo, il termometro di civiltà di tutta la città segna ‘febbre altissima’.

E’ inspiegabile il silenzio del sindaco che non vuole guidare le sorti della comunità per la quale si è voluto scommettere, ma è altrettanto immotivato il mutismo dei soggetti che operano dentro e fuori il perimetro istituzionale. Parliamo di Consiglio comunale e associazioni pseudo-culturali rappresentate da pochi soggetti. La congiura del silenzio irresponsabile è anche memoria selettiva: anni fa si fece fuoco e fiamme per cacciare due consiglieri coinvolti nel sasizza-gate, ora invece si tace di fronte a evidenze ben più grandi.
E’ vero: nessuno pensava, ad un anno dalle elezioni, di dover affrontare situazioni gravissime. Ma nel timore di poter pronunciare parole sbagliate è criminale e offensiva verso la città la scelta di tacere: ogni parola ha conseguenze, ogni silenzio anche.

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