Paternò, invito alla sobrietà e accuse di demagogia al sindaco Naso: contestata la manifestazione del 28

Con una nota e una estesa ‘lettera aperta’, dicono la loro ‘Muoviti Paternò’ e l’ex consigliere comunale Giancarlo Ciatto.
“Si esprime vicinanza alla famiglia Russo che vive il dramma di questa vicenda tutta da chiarire, – scrive Paolo Di Caro, rappresentante di Muoviti Paternò – ma critichiamo aspramente l’atteggiamento del sindaco, ricordandogli, qualora l’avesse dimenticato, che essendo rappresentante
delle istituzioni dovrebbe avere maggiore sobrietà e rispetto per il lavoro della magistratura e degli inquirenti.
Tali atteggiamenti rischiano tra l’altro di creare tensioni che, in una fase così delicata delle indagini, andrebbero evitate”.
Ad accusare Naso di demagogia è Giancarlo Ciatto secondo il quale con la manifestazione di piazza fissata per mercoledì prossimo egli dimostra uno scarso senso delle istituzioni.
Qui di seguito il testo integrale della lettera aperta di Giancarlo Ciatto.

“Una vicenda tragica che meriterebbe solo silenzio, anche e soprattuto nel rispetto di tutte le famiglie coinvolte, trova invece la sciagurata, folle e strumentale iniziativa del Sindaco Naso e della sua amministrazione. Ad indagini della magistratura ancora aperte, egli mostra una scarsissimo senso delle istituzioni democratiche e del rispetto della legalità. In altre parole – lo dico senza peli sulla lingua – il Sindaco è estremamente pericoloso. Non si capisce bene, peraltro, di chi e di cosa sia a difesa la manifestazione. A prescindere da come la si pensi, ed anche nel rispetto del ragazzo, la magistratura non ha ancora deciso se si tratta o meno di legittima difesa o di eccesso di legittima difesa. Dunque, quale giustizia si invoca se ancora non è stata commessa nessuna (presunta) ingiustizia ai danni del ragazzo? Si agitano forse le piazze, la giustizia del popolo, le forche?? Ma il sindaco , uomo scriteriato e senza senno, sa quale rischio corre la nostra comunità nell’agitare le folle? No, non lo sa. Lui pensa semplicemente al proprio piccolo tornaconto. Convinto di sentire gli umori del popolo. E anziché guidarlo verso sentieri di mitezza e di pietà , anziché mostrare solidarietà privata alla famiglia che vive un momento delicato, spettacolarizza tutto. La vera solidarietà, così come la vera carità, si esprimono in silenzio. In questo caso la vicinanza umana, se pubblica, è solo un pretesto per soddisfare il proprio ego ipertrofico.
Faccio appello a tutti gli uomini di buon senso della nostra Città, anche alla chiesa locale, perché si possa spegnere questo clima di demagogia imperante. L’unico modo per stare vicino ad una famiglia che soffre sarebbe quello di rimanere in religioso silenzio e cristianamente non condannare.
L’unica voce che dovrebbe levarsi è quella contro ogni violenza, soprattuto se questa si scatena per motivi futili.
Invece si alzano bandiere di campanile, si sputa in faccia alla legge; come una pecora il sindaco insegue il gregge. Il buon pastore – invece – dovrebbe guidare il gregge”.

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