Adrano, sorelle denunciano caso di malgarbo e cattiva sanità: nel mirino dottoressa del 118

118

Due sorelle adranite hanno denunciato sui social una vicenda di malgarbo e cattiva sanità che le ha viste protagoniste assieme alla madre bisognosa di cure. Senza fare riferimento al nome del medico (una dottoressa che presta servizio nel 118) Mariagrazia e Teresa Finocchiaro danno un resoconto della loro versione dei fatti “… con l’intenzione di porre attenzione sul tema delicato della superficialità e negligenza di alcuni ‘professionisti’ del settore sanitario”.
“Martedì 22 ottobre – scrivono le due sorelle alle h. 5:00 nostra madre arriva presso il Pronto Soccorso dell’ospedale Santissima Addolorata di Biancavilla, accusando dolori di notevole entità e febbre con temperatura di 39,5°C.
Alle h. 14:30 (circa) nostra madre viene dimessa dopo ecografia, esami del sangue e somministrazione di antidolorifici e Tachipirina con la diagnosi di colica renale sx.
Alle h. 16:00 al presentarsi di nuovi sintomi quali: tremori, convulsioni, aumento della frequenza cardiaca, dolore al petto, formicolio nella zona orofaringea e dopo una perdita di coscienza temporanea, decidiamo di chiamare i soccorsi”.
A quel punto, lo scenario cambia: “Alle h. 17:00 – continua il racconto – arriva l’ambulanza di Adrano con a bordo due infermieri e una dottoressa. Quest’ultima, poco degna della divisa che indossa, aggredisce verbalmente nostra madre, citiamo testualmente : “Mi aspettavo di trovare una signora anziana, si alzi immediatamente perché sta meglio di me”, e rivolgendosi agli altri presenti con insulti, ci rimprovera per aver chiamato l’ambulanza senza, per lei, un valido motivo. Nel frattempo l’infermiere misura la pressione di nostra madre, che continua ad aumentare e la temperatura corporea registrata è di 40° C, ma nonostante ciò la dottoressa, senza visitarla conferma la diagnosi di colica renale e infastidita dalla ‘perdita di tempo’ se ne va dicendo che qualora ci fossimo recati al Cannizzaro ci avrebbero riso in faccia”.
Prima di riferire che al ‘Cannizzaro’ il caso della paziente adranita non ha suscitato alcuna risata, va detto che – mantenendo i nervi ben saldi – alla dottoressa in questione una delle due sorelle ha fatto notare l’approccio poco ortodosso al caso. “Mia sorella Teresa – racconta al Corriere Etneo Mariagrazia Finocchiaro – si è qualificata, ha spiegato di essere una psicologa e ha aggiunto che i modi che il medico stava usando nei confronti di nostra madre erano assai lontani da quelli che dovrebbe utilizzare un professionista. Questo rilievo, però, non è servito a niente”.
Il racconto delle due sorelle prosegue e ribalta nettamente la diagnosi che avrebbe fatto il medico del 118.
“Alle h. 20:00 arriviamo al Pronto Soccorso dell’ospedale Cannizzaro di Catania dove nostra madre viene immediatamente sottoposta a più esami, tra i quali l’emogasanalisi arteriosa e TAC. In seguito ai risultati degli stessi, nostra madre, ormai settica, viene operata d’urgenza a causa di una grave infezione che stava causando una setticemia al rene sinistro, e della presenza di coaguli che rischiavano di compromettere la funzionalità cardiaca.
Ora le condizioni di nostra madre stanno migliorando, grazie all’intervento immediato dei bravissimi medici del Cannizzaro, ai quali va un plauso per la loro professionalità e umanità, perché la “BUONA SANITÀ” in Sicilia esiste e qualche limitato caso di negligenza non può condizionare il lavoro di tanti, ma non può passare inosservato”.
Le due sorelle valutano in queste ore, assieme al resto della famiglia, la possibilità di presentare un esposto legale e un ricorso al Tribunale dei diritti del malato.

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