Paternò, la ‘battaglia navale’ e il vuoto politico in città: Ciatto (Leu) chiede alla classe dirigente di tornare in campo

Il livello del dibattito politico a Paternò è sceso così in basso, ma così in basso, che a Giancarlo Ciatto – esponente della sinistra cittadina – viene voglia di scappare.
Per denunciare questo ‘vuoto pneumatico’ e per lanciare una sorta di appello alla classe dirigente di Paternò, Ciatto ha scritto una lettera al Corriere Etneo.
Ecco il testo interale:

Scrivo questa mia con un moto interno di profonda indignazione, e non senza un pizzico di rabbia, che sono del resto i sentimenti che mi spingono ad intervenire, consapevole del fatto che le mie parole, probabilmente, sono solo parole al vento. Ma sono anche le sole armi che mi rimangono per provare, nel mio piccolo, a muovere qualche coscienza. La politica di questa città è ormai ridotta alla stregua di un suk arabo, un grande mercato delle vacche, dove i protagonisti che calcano questo indecoroso palcoscenico – nessuno me ne voglia – assomigliano ad un set di nani e ballerine.
Scarsa o mistificata conoscenza dei problemi della nostra comunità, assenza totale di capacità amministrativa, assoluta inadeguatezza istituzionale, e come unica molla che li spinge ad agire, la ricerca di un posto in giunta o di un posto di sottogoverno. Il sindaco, dal canto suo, sfodera un “finto ecumenismo” che nasconde semplicemente una “volontà di potenza infantile”. Nessuna programmazione, nessuna visione della città, la quale rischia sempre più di sparire. Tutto viene lasciato all’approssimazione e ciascuno fa quel che vuole. Ci sarebbero milioni di cose di cui parlare, ed un’infinità di cose da fare, ma l’unica questione che sembra interessare è il cortile raccapricciante che si ode intorno a chi entrerà in giunta, di chi sarà espressione, chi sarà il suo capobastone.
Il livello del dibattito pubblico è ridotto ad una inconsistenza tale che verrebbe voglia di scappare via. Vi è un vuoto pneumatico da fare paura. Persino chi dovrebbe volare alto, dato il ruolo che ricopre, sembra solo voler fare di Paternò il campo per una “battaglia navale” con cui giocare.
Questo grido d’allarme è rivolto soprattutto alla classe dirigente di questa città: professionisti, insegnanti, artigiani, imprenditori, sindacalisti. A tutti coloro i quali hanno un ruolo sociale e che, per diverse ragioni, hanno abbandonato il campo. Bisogna tornare ad interessarsi della cosa pubblica, a prescindere dal colore politico con il quale si è vestiti; bisogna spingere il dibattito verso l’alto e costringere chi in questo momento ricopre un ruolo pubblico ad agire. È impensabile lasciare ancora la città nelle mani di tanta inefficiente approssimazione.
A quel punto tutti saremmo colpevoli. (Giancarlo Ciatto)

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