Misterbianco, percosse alla moglie giudicata dissoluta nel vestire: 33enne finisce in carcere

I Carabinieri della Tenenza di Misterbianco, nella flagranza, hanno arrestato un 33enne del posto perché resosi responsabile di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali ed atti persecutori.
Nella nottata di lunedì i militari hanno ricevuto una richiesta d’aiuto direttamente dalla moglie 28enne dell’uomo che, disperata, era fuggita in strada citofonando alla caserma e chiedendo aiuto al militare di servizio.
Una pattuglia pertanto, immediatamente giunta sul posto, trovava i due coniugi che litigavano ancora sull’uscio della caserma, con la donna che evidenziava evidenti ematomi al volto per i quali, immediatamente trasportata al pronto soccorso del Policlinico di Catania, le venivano refertati 15 giorni di prognosi per “ematoma regione frontale e algia addominale”.

I militari hanno pertanto sentito la donna, che già manifestava loro la volontà di perseguire il marito, apprendendo così le incredibili vessazioni alle quali era sottoposta.
La donna infatti, madre di un dodicenne e di una coppia di gemellini di tre anni, era continuamente oggetto delle “attenzioni” del compagno che, fuori di casa per molto tempo durante l’arco della giornata per motivi di lavoro, le contestava un atteggiamento a suo giudizio “libertino” nel vestire ed accusandola, senza alcun riscontro, di presunti tradimenti e relazioni extraconiugali, non limitandosi però alle sole ed arcigne parole ma come in un’occasione lanciandole il ferro da stiro, che lei riusciva a schivare, quindi attingendola con schiaffi e pugni (episodi mai denunciati).
Le azioni violente venivano più volte reiterate dall’uomo, forse anche perché quest’ultimo aveva constatato la non volontà della compagna ad agire giudiziariamente contro di lui accrescendone in tal modo, però, l’impeto e la violenza nei casi successivi.

La donna invero, pur di salvare il loro matrimonio, aveva anche proposto al marito di dare una svolta alla loro vita cambiando il tipo di lavoro che, così, gli avrebbe regalato magari maggior tempo per dedicarsi alla famiglia ma quest’ultimo, per tutta risposta, le diede un calcio ai reni incrinando stavolta, oltre che la sua resistenza fisica, anche la sua capacità di sopportazione inducendola ad informare i propri parenti della sua situazione ed a rivolgersi ad un avvocato per la separazione nonostante il compagno già da tempo non convivesse nell’abitazione familiare ma in quella della propria madre.

L’epilogo questa notte allorché, dopo aver messo a letto i figli ed essersi assentata per una passeggiata, era rientrata a casa trovando invece il marito che, alla sua vista, l’ha riempita di calci e pugni dando addirittura due schiaffi anche al figlio maggiore che, poveretto, era intervenuto frapponendosi tra loro genitori al fine di farlo desistere.

Segue la fuga, diretta verso la caserma dei carabinieri nella speranza di salvarsi ancora una volta, di riuscire a poter raccontare anche questo episodio che, però, le ha fatto finalmente comprendere l’insostenibilità di quello stato di tensione, convincendola a sporgere denuncia a seguito della quale l’uomo è stato tradotto nel carcere catanese di Piazza Lanza in attesa delle determinazioni dell’Autorità Giudiziaria.

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