Bronte, festa grande per San Biagio patrono della città: dopo i colpi di cannone una giornata di devozione

Festa grande, ieri a Bronte, per la festa di San Biagio Vescovo e Martire, il patrono della città. Il paese arricchisce il clima di “festa” adornando i balconi delle case con le luci e con le tipiche bandiere color porpora con l’iniziale di San Biagio. Per il Santo, protettore della gola, le onorificenze partono dalle 7 del mattino, con dei colpi di cannone, accompagnati dal suono delle campane, che invitano tutti quanti i cittadini a partecipare alla festività del Santo, fino a sera con la solenne processione dei fedeli che portano, per le vie di Bronte, la statua del patrono sulle spalle. A conclusione della processione, la SS. Messa.

La tradizione vuole che San Biagio visse tra il III e IV secolo d.C. in quella che oggi è la Turchia orientale. Biagio, uomo giusto e ricco di valori, nutrì una profonda fede in Gesù e, successivamente, ricevette l’incarico di Vescovo di Sebaste. Sotto l’impero di Licinio avvennero una serie di stragi di cristiani e, a seguito di tali persecuzioni, Biagio visse molti anni in una caverna nei pressi di Sebaste in compagnia di animali selvatici. Accadde, però, che dei soldati romani scoprirono il suo nascondiglio e lo catturarono conducendolo in città. Egli accolse a braccia aperte il suo martirio, aiutando i bisognosi fino all’ultimo sospiro. Durante il tragitto verso la città, al passaggio del Vescovo prigioniero, vi furono numerose conversioni al cristianesimo e altrettanti miracoli, tra cui la liberazione di un bimbo dal soffocamento causato da una spina di pesce conficcata in gola. Il fanciullo, a seguito dell’intervento miracoloso del Santo, si salvò. Durante la detenzione, Biagio fu flagellato e torturato, affinché rinnegasse il proprio Dio e professasse la fede dei romani. Era il 3 febbraio del 316 d.C. circa quando i Romani, non avendo ottenuto nulla da tali torture, lo scorticarono vivo con i pettini di ferro che si usano per districare la lana e, in seguito, lo decapitarono. Altre fonti raccontano che venne legato ad un palo e annegato in un lago. Miracolosamente il Santo, invece di affogare, camminò sull’acqua retto da una schiera di angeli accorsi in suo aiuto. Così i Romani, indignati, gli tagliarono la testa.

Ad oggi San Biagio viene invocato, principalmente, per combattere i mali alla gola, e numerosi sono i fedeli che lo ricordano nel giorno del suo martirio. Inoltre, è divenuta un’usanza molto frequente quella della speciale benedizione ai fedeli che viene impartita dal parroco, incrociando due candele.
Domenica 9 febbraio seguirà la “Giornata del Ringraziamento” con la Santa. Messa alle ore 18:30 e la traslazione della statua di San Biagio nella Chiesa San Sebastiano.

Dal 25 gennaio al 13 febbraio 2020, dalle ore 10:00 alle 13:00 e dalle 15:30 alle18:30 presso lo Pinacoteca “Nunzio Sciavarrello” di Bronte, è aperta la mostra d’arte “San Biagio incontra Sant’Agata”, organizzata dagli alunni del Liceo Artistico “Ignazio Capizzi” di Bronte, in collaborazione con il Liceo Artistico “Emilio Greco” di Catania.

Erika Samperi

Riguardo l'autore Erika Samperi

Erika Samperi, di anni 20, è una studentessa universitaria, orgogliosamente siciliana. Impegnata attivamente nel sociale, ama l'arte in tutte le sue forme, leggere e viaggiare. Cresciuta a pane e fiabe dei fratelli Grimm, nutre un amore sviscerato per i grandi classici della letteratura italiana e per il jazz e il blues americano. Spera di poter completare gli studi e continuare a scrivere raccontando la vita che la circonda.

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