Paternò, in Consiglio e sui social la disputa infinita sul randagismo: associazioni insoddisfatte

Un consiglio comunale infuocato quello andato in scena a Palazzo Alessi, dove in una assise civica aperta al pubblico è stata affrontata, a viso aperto, la problematica legata al randagismo in tutti i suoi aspetti. Un consesso civico che ha sancito le divergenze quasi insanabili tra le associazioni animaliste attive sul territorio e l’amministrazione comunale. Lo testimoniano i vari commenti lasciati dalle varie associazioni sulle loro pagine social: “A fronte di un fabbisogno reale di circa 25.000 mila euro in crocchette e medicine sono stati stanziati 8.000 euro per il bilancio di previsione 2020 – si legge sulla pagina social di “Cuori Randagi”- un contentino, ed effettivamente una cifra irrisoria se consideriamo che grazie al volontariato il comune ne risparmia 90.000 euro carte alla mano. Su questo stanziamento potranno essere proposti degli emendamenti in sede di approvazione del bilancio per rimpinguare il capitolo di spesa-continua la nota- che auspichiamo vada a buon fine, in modo da normalizzare i rapporti tra amministrazione ed associazioni. Rimaniamo quindi in attesa di capire se verranno rilasciate le corrette risorse, riservandoci di avviare scioperi programmati e lasciare così l’amministrazione nella cacca. Letteralmente”.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’UPA (Uniti per gli animali)”. “Il sindaco “rassicura” che, su una previsione di spesa di 25000 per il mantenimento dei cani accuditi dalle associazioni, 8000 potrebbero essere sostenute dall’ente- si legge nella pagina “Facebook” di UPA- I restanti 17 mila saranno a carico dei volontari”. L’associazione interviene anche in merito all’imminente spostamento dall’ex macello di Via Fonte Maimonide dei randagi, oltre 50 cani accuditi dai volontari in un sito da sistemare ex novo o da individuare. “Nessuna risposta a breve termine sulla logistica che dovrebbe sostituire quella attuale dell’ex macello se non un terreno privo di recinzione e dei servizi primari di acqua e luce. Imminente, invece, la necessità di sgomberare l’area attualmente in uso. Ancora non effettuato il pagamento alla ditta per il servizio di emergenza che aveva posticipato la sospensione del servizio rispetto alla data iniziale dell’ 1 febbraio (che ricordiamo non ha nulla a che fare con le associazioni).” Duro il commento dell’associazione “Gli amici di Balto”: “Da ottobre sono finiti i voucher dei croccantini, a settembre era stata fatta una richiesta per un terreno. Nel bilancio approvato a luglio non è stato messo alcun euro al capitolo inerente il randagismo. Stranamente appena saputo del consiglio straordinario urgente per capirne di più, in due giorni sono stati fatti miracoli: la delibera per affidare il terreno all’associazione che ne aveva fatto richiesta e la concessione di 3000 euro per croccantini e antiparassitari. Il sindaco ci ha assicurato che in fase di stesura di bilancio intende destinare a tale capitolo circa 8000 euro su una previsione di spesa di 20000/25000 euro. E il resto chi li mette? Chi compra i croccantini? O staranno a dieta?”.

Il sindaco Nino Naso attraverso la sua pagina social ha evidenziato la posizione dell’amministrazione sul randagismo replicando ai volontari: “Il randagismo è un argomento che non ci può portare a polemizzare ad ogni costo ma a cercare tutti insieme le soluzioni più idonee. Senza alcuna presunzione da parte di nessuno. Da quando ci siamo insediati nel 2017 abbiamo trovato un arretrato da pagare di 116 mila euro – ha scritto Naso – che partivano con somme del 2016 fino a giugno 2017. Ad oggi, per quel che riguarda il randagismo, abbiamo liquidato un totale di 350 mila euro. Il Comune ha in liquidazione tutti i debiti fuori bilancio per circa 70 mila euro, quindi rassicuro i lavoratori”. Il primo cittadino fa riferimento alla protesta degli operatori della società “Il rifugio di Concetta”, il canile convenzionato col Comune, decisi a non svolgere il servizio in caso di emergenze , in quanto la ditta attende ancora il saldo delle fatture pregresse. “Dagli uffici mi dicono che sono rimaste da pagare solo tre mensilità. Sarebbero stati pagati prima se non ci fosse stato il ribaltamento dei dati con l’Ufficio Ragioneria per quanto riguarda la Finanziaria. Abbiamo creato un rifugio provvisorio, ci siamo mossi per quello che erano le nostre disponibilità, in via Giovanni Verga. Non siamo stati mani nelle mani ed il servizio non è stato mai interrotto. Questa è un’amministrazione attenta ma soprattutto aperta a tutte le interlocuzioni”.

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