Coronavirus, l’Italia si sveglia ‘zona protetta’: scuole chiuse fino al 3 aprile, stop al calcio

“Tutta l’Italia è zona protetta, non c’è più una zona rossa… ora tutti dovranno rinunciare a qualcosa, il futuro dell’Italia è nelle nostre mani e queste mani, oggi più che mani, dovranno essere responsabili”.

Giuseppe Conte si presenta da solo, ieri sera intorno alle 21.35. nella sala stampa di palazzo Chigi per annunciare il provvedimento ‘io sto a casa’ con “nuove misure più forti e stringenti” contro l’emergenza coronavirus. Il premier si rivolge agli italiani, avvertendo che “non c’è più tempo da perdere”, perché i “numeri” dimostrano che il contagio corre veloce e invita tutti a “cambiare sin da ora le abitudini di vita”.

La “decisione giusta oggi è restare a casa” si raccomanda il presidente del Consiglio, scandendo bene le parole. “Ognuno dovrà fare la propria parte”, sottolinea Conte, spiegando che tutti gli spostamenti da domani saranno vietati se non per comprovate necessità in tutto il paese, come fino ad ora era accaduto solo in Lombardia e nella 14 province focolaio di contagio del covid-19.

Il capo del governo non vuol fare allarmismi ma dalle sua parole emerge una grande preoccupazione che la situazione possa peggiorare e sfuggire di mano.

“Le scuole chiuderanno fino al 3 aprile. E le manifestazioni sportive non proseguiranno, compreso il calcio. Il campionato di serie A, insomma, si fermerà. Così come ci sarà il divieto degli assembramenti all’aperto e in locali aperti al pubblico. Sono pienamente consapevole della gravità e della responsabilità”, dice. Da qui l’appello al buon senso con l’obiettivo di responsabilizzare tutti in uno dei momenti più difficili per il paese e l’intenzione di spiegare quanto sia importante omogeneizzare le regole su tutto il territorio nazionale. Conte pensa non solo agli aspetti sanitari, contano anche quelli economici, eccome. Oggi vedrà le opposizioni, che vuole “coinvolgere appieno” e con loro si confronterà appunto sulle “misure economiche” da adottare. Ed ecco l’altra notizia: il governo non esclude una richiesta si scostamento deficit-pil superiore ai 7,5 miliardi di euro concordati in ambito Ue.

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