Coronavirus: “Produciamo le mascherine in Sicilia”. La proposta dell’on. Galvagno. Convertire aziende isolane del tessile

«Il solo modo che abbiamo per contenere il COVID-19 è l’uso di mascherine, che si tratti di lavoratori o di utenti», esordisce l’on. Gaetano Galvagno. «Perciò – continua l’onorevole parlamentare all’ARS – questa mattina ho inoltrato due note, una rivolta al Presidente della Regione, Nello Musumeci e un’altra all’Assessore alle attività produttive, l’avv. Girolamo Turano, avanzando delle proposte che potrebbero rivelarsi risolutive al contrasto del Coronavirus».

«L’emergenza sanitaria in corso e le misure recepite dal Governo centrale sollevano enormi criticità sulla sicurezza dei lavoratori attivi negli esercizi rimasti aperti per le necessità delle utenze, dai supermercati ai tabacchi, alle altre attività in cui i predetti si trovano a operare a contatto con il pubblico», rileva l’on. Galvagno. «I datori di lavoro riscontrano difficoltà a reperire i kit di sicurezza, specialmente per quanto attiene le mascherine. Pertanto, ritengo indispensabile intervenire per la sicurezza sanitaria regionale agevolando i datori di lavoro ad acquisire per i propri dipendenti mascherine FFP2».

I lavoratori non sono i soli ad avere difficoltà a reperire mascherine. A tal riguardo si fa strada la proposta del dott. Salvatore Di Dio, dirigente medico di Chirurgia Vascolare all’Ospedale Garibaldi – Nesima di Catania. «La mascherina chirurgica è importante! La mascherina chirurgica ha un flusso monodirezionale. Se il il soggetto A la indossa, protegge il soggetto B. Se il soggetto B non la indossa ed è sintomatico positivo, il soggetto A non è protetto perché la mascherina ha flusso interno esterno», spiega il dott. Di Dio. «Però – aggiunge il chirurgo – se il soggetto B la indossa pure, allora la trasmissione è protetta perché entrambi i soggetti si proteggono a vicenda. Per questo bastano le mascherine chirurgiche! Se tutti ci consideriamo positivi, e quindi indossiamo tutti le mascherine, sicuramente il contagio rallenta».

«Ecco perché ho contattato la segreteria dell’on. Galvagno che prontamente ha mostrato sensibilità. La proposta è quella di convertire alcune aziende che abbiamo in Sicilia sul tessile, trovando il modo di far produrre mascherine, incentivandole, dando sgravi o provvedimenti speciali. Ne occorreranno circa 4 milioni al giorno ma ridurrebbero in maniera importante l’avanzata del virus e quindi le complicanze. Prevediamo un picco per fine aprile, è necessario intervenire subito», conclude il dirigente medico.

Pertanto, l’on. Galvagno si è fatto portavoce dei lavoratori e dell’istanza del direttore di Chirurgia Vascolare che ha sottoposto all’assessore Turano, ovvero di valutare l’ipotesi di censire e ingaggiare le aziende tessili siciliane per la produzione in tempi rapidi di mascherine monouso da distribuire ai cittadini.

«In questo momento, la carenza di kit di sicurezza è l’allarme principale dei consumatori che per necessità sono costretti ad allontanarsi dalle proprie abitazioni entrando in contatto con una, seppur limitata, moltitudine di utenti nelle loro stesse condizioni», prosegue l’on. Galvagno.
«Il tempo, nelle emergenze come quelle che stiamo affrontando, è tiranno: prima si procederà con la realizzazione sul nostro territorio delle predette mascherine e prima potremo uscire da questa condizione di stallo», conclude.

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