Coronavirus, in Italia calano i contagiati. Brusaferro (Iss): “Se dati si confermano si può pensare a fase 2”

E’ un dato confortante quello fornito nel punto stampa di oggi dal capo della Protezione Civile Borrelli: riguarda il calo dei ricoverati con sintomi.

Dal 19 marzo scorso il numero dei morti – 525 – non è mai stato così basso. Rallentano, quindi, i decessi per coronavirus in Italia, che scendono sotto quota 600. Secondo il bollettino della Protezione Civile di oggi i morti sono 15.887, 525 in più rispetto a ieri. Le persone attualmente positive sono però ancora sopra quota duemila, con 91.246 rispetto agli 88.274 di ieri, ossia 2.972 contagi in più.

Per quanto riguarda il dato dei guariti, sono 819 più di ieri: in totale 21.815. I casi totali dall’inizio dell’epidemia sono 128.948.

Continua a calare, per il secondo giorno consecutivo, il numero degli accessi in terapia intensiva. Sono 3.977 i malati di coronavirus ricoverati in terapia intensiva, 17 in meno rispetto a ieri. Di questi, 1.317 sono in Lombardia. Calano anche i ricoveri: dei 91.246 malati complessivi, 28.949 sono poi ricoverati con sintomi – 61 in meno rispetto a ieri – e 58.320 sono quelli in isolamento domiciliare.

“Dovremo cominciare a pensare a una fase 2”, che però “si può pensare se questi dati si confermano”. Così Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), durante la conferenza stampa su Covid-19 alla Protezione Civile.

Pensare alla fase 2, ha spiegato, “vuol dire cominciare a riflettere su come mantenere bassa la diffusione della malattia”. Questo “è l’unico requisito che ci consente di considerare misure alternative” alle restrizioni rigorose in vigore oggi, “necessarie alla nostra vita”, ma che devono al contempo “mantenere il numero di infezioni sotto la soglia del famoso R0 uguale a 1, ma soprattutto contenerle al massimo possibile”.

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