Paternò, le consigliere Ardizzone e Flammia (M5S) controquerelano sindaco e giunta: respinte le accuse di ‘allarmismo’

Ardizzone - Flammia

Le querelate contro-querelano.

Non ci stanno le due consigliere comunali paternesi Martina Ardizzone e Claudia Flammia a passare per ‘allarmiste’ come ipotizza la giunta comunale, ieri riunita in seduta straordinaria per adottare il provvedimento nei confronti delle due pentastellate. Le due esponenti politiche preannunciano una controquerela per diffamazione a mezzo stampa nei confronti del sindaco e dei 5 componenti della giunta.

Ardizzone (vice presidente del Consiglio comunale) e Flammia sottolineano la correttezza del proprio comportamento (i loro post sulla vicenda si possono ancora leggere sui social) e criticano il sindaco per non avere reso ufficiale la notizie della positività di una dipendente comunale.

Questo è il testo integrale della nota delle consigliere Ardizzone e Flammia:
Dopo aver ricevuto una minaccia di querela per diffamazione e procurato allarme da parte del Sindaco e della Giunta Comunale, le sottoscritte cons. Martina Ardizzone e cons. Claudia Flammia si trovano costrette, dopo aver interloquito con i nostri legali, a rispondere alle accuse infondate promosse dall’organo esecutivo.
Non possiamo fare altro che presentare una controquerela per diffamazione a mezzo stampa nei confronti del Sindaco Antonino Naso e dell’intera Giunta Comunale composta da: Ignazio Mannino, Luigi Gulisano, Francesca Chirieleison, Salvatore Tomasello e Rosanna Natoli.

Vogliamo far presente che da parte nostra non vi è stata violazione di privacy di alcunché. Ciò che abbiamo fatto è stato semplicemente richiamare alla RESPONSABILITA’ dell’amministrazione, come abbiamo sempre perpetuato, considerato che adesso vi è la certezza che vi sia stato un caso positivo tra i dipendenti comunali. Ciò che esprimiamo nei nostri post, che sono tutt’oggi pubblici, è la non tollerabilità di prevedere ancora riunioni fisiche quando abbiamo chiesto, per motivi di sicurezza legittimi, riunioni in via remota, utilizzando gli strumenti tecnologici a nostra disposizione. A noi interessa la tutela della salute dei dipendenti comunali e di tutti i volontari che hanno frequentato il palazzo, che hanno il diritto di conoscere lo stato dei fatti e non devono saperlo da noi tramite i social.

A questo proposito, esprimiamo soddisfazione sul demandare la questione alle autorità giudiziarie proprio perché il nostro intervento è volto a verificare che il comune abbia seguito i protocolli di sicurezza previsti dalla Circolare n. 5443 del 22 Febbraio 2020 del Ministero della Salute, perseverando nel nostro ruolo di soggetti che tengono alle norme e alla trasparenza, e per questo motivo abbiamo protocollato una richiesta di accesso agli atti urgente in cui chiediamo se le disposizioni del Ministero sono state rispettate. Ci teniamo, inoltre, a sottolineare che la dipendente in questione ha agito ottimamente, seguendo tutte le procedure del caso e che noi non abbiamo mai affermato il contrario.

Detto ciò, non sappiamo se sia peggio aver ricevuto una minaccia per dei reati che non sussistono o vedere che la dichiarazione del Primo Cittadino sia volutamente fuorviante e non ufficializzi la notizia di un caso positivo tra i dipendenti comunali. In un momento storico come questo, tutto ciò che è stato scritto e dichiarato non passerà inosservato.

Avatar

Riguardo l'autore Redazione

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.