Coronavirus, Cna Sicilia chiede a Musumeci di anticipare apertura parrucchieri: “Nell’Isola parabola contagi è quasi zero”

E’ una levata di scudi quella dei parrucchieri e titolari di centri estetici siciliani dinanzi il Dpcm del governo nazionale che fa slittare al 1 giugno la riapertura di queste attività.

“Facendoci carico della rabbia e del disagio della categoria – afferma il coordinatore del comparto di Cna Sicilia Francesco Cuccia – ci siamo subito mossi. Nelle prossime ore è stata convocata una seduta di presidenza Cna Benessere e Sanità, sia in ambito regionale che nazionale, faremo il punto della situazione e porteremo sul tavolo le legittime richieste”. I vertici del Cna lanciano un appello alle istituzioni politiche della Regione e al governatore Musumeci affinché, “facendo leva su una parabola del contagio ormai vicina allo zero, rivendichi per la Sicilia una diversa programmazione della ripresa delle attività, in modo da consentire ad acconciatori e centri estetici, e aggiungiamo noi anche bar e ristoranti, una riapertura più ravvicinata nell’ambito della calendarizzazione dell’avvio della fase 2”.

“Sarebbe stato opportuno – sottolineano il presidente Nello Battiato e il segretario Piero Giglione – fare prevalere il buon senso ed investire in modo significativo sulla sicurezza e sul rispetto delle regole invece di adottare la linea dura dello slittamento, ignorando che tutto questo si tradurrà in un sonoro ‘incasso zero’ per oltre 3 mesi. Stiamo parlando di un settore in ginocchio, che è stato uno dei primi a chiudere i battenti, alle prese con un notevole danno economico e con l’insidia della diffusione dell’esercizio abusivo della professione”.

Un fenomeno, quello dell’abusivismo, rispetto al quale la Cna Sicilia, considerando anche il rischio per la sicurezza pubblica, chiede “un aumento dei controlli”. Cna punta anche l’attenzione sulle attività di toelettatura degli animali per la quale richiede “l’imminente riapertura, tenuto conto della possibilità di lavoro per appuntamento senza contatto diretto fra le persone, seguendo percorsi normativi già applicati in altre regioni italiane”.

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