Paternò, Naso fa il censore e proibisce il 5G in città: sorge il dubbio sia una manovra di ‘distrazione di massa’

Il sindaco di Paternò nella moderna versione di censore cittadino sbarra il passo al 5G.

Sorge il dubbio si tratti di una manovra di ‘distrazione di massa’ dopo le contestazioni da parte di molti cittadini sulla distribuzione dei buoni spesa, Dubbio che si accresce ancor più davanti all’assoluta mancanza di pianificazione di iniziative e norme conseguenti sulla ripresa economica di tutto il territorio paternese. La Fase 2 e la ripresa di Paternò possono aspettare, sembra di capire. Le idee e le proposte stanno a zero, tanto vale distrarre l’attenzione parlando di 5G.

Con l’ordinanza nr. 51 del 8 maggio Nino Naso dice “no” sia alla sperimentazione delle frequenze 5G sia alla installazione delle pertinenti antenne sul territorio del comune di Paternò.

Un “no” valido fino a quando si ha la nuova classificazione della cancerogenesi annunciata “dall’International Agency for Research on Cancer – si legge nella nota stampa divulgata dal portavoce del sindaco Naso – applicando il principio precauzionale sancito dall’Unione Europea, prendendo in riferimento i dati scientifici più aggiornati, indipendenti da legami con l’industria e già disponibili sugli effetti delle radiofrequenze, estremamente pericolose per la salute del l’uomo”.

Inoltre il primo cittadino di Paternò vieta, per il momento, la collocazione di altri tipi di antenne nelle more che il consiglio comunale approvi il regolamento cittadino per il “corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti di telecomunicazione e la minimizzazione dell’esposizione della popolazione a i campi elettromagnetici”. Il no di Naso alla rete “5G” è dettata da motivazione esclusivamente scientifica tenendo conto delle decisioni prese nel 2011 dalla “IARC (International Agency for Research on Cancer)”.

Nella nota stampa del portavoce del sindaco Naso viene riportata la decisione della IARC che avrebbe classificato “i campi elettromagnetici delle radiofrequenze come possibili cancerogeni per l’uomo e che l’1 novembre 2018 il National Toxicology Program ha diffuso il rapporto finale di uno studio su cavie animali dal quale è emersa una “chiara evidenza che i ratti maschi esposti ad alti livelli di radiazioni da radiofrequenza, come 2G e 3G, sviluppino rari tumori delle cellule nervose del cuore”.

Il rapporto aggiunge, che esistono anche “alcune evidenze di tumore al cervello e alle ghiandole surrenali” e che qui si sta parlando ancora di 2G e 3G, ma ora si vuole introdurre, in modo ubiquitario, capillare e permanente il 5G”.

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