Mafia e rifiuti, “Er Monnezza” Leonardi e la ‘politica criminogena’ della Regione: così funzionava il sistema

Mafia e Rifiuti Leonardi

Il ‘re’ della spazzatura e delle discariche che in due lustri ha cambiato il corso della sua vita e quella della gestione del comparto.

A capo di un impero quantificato in 120 milioni di euro, con una capacità di fatturarne quasi cento l’anno, Antonino Leonardi, detto Antonello, 57 anni, arrestato nell’operazione “Mazzetta sicula”, e’ proprietario della Sicula Trasporti, società detenuta in parti uguali, 33,33%, assieme ai fratelli, Salvatore Davide (finito ai domiciliari) e Agata Leonardi.

Dopo aver fatto fortuna nello smaltimento dei rifiuti, sette anni fa ha deciso di scalare anche le categorie del calcio professionistico, affidando la gestione della Leonzio al figlio maggiore, Giuseppe, appena 30 anni, alla guida della formazione bianconera che disputa le gare interne al Sicula Trasporti Stadium di Lentini. Gli affari dei Leonardi girano attorno alla Sicula trasporti, che oggi accoglie i rifiuti di oltre 200 Comuni, col potenziale di mettere in ginocchio l’Isola nel caso quanto mai remoto di chiudere i battenti.

Un sistema che si regge su due pilastri: la puntuale erogazione di tangenti a soggetti ritenuti in grado di influenzare la concessione di autorizzazioni amministrative e di pilotare i prescritti controlli ambientali; e la fasulla rappresentazione della movimentazione dei rifiuti; una contabilità non corrispondente alla reale entità e tipologia dei rifiuti conferiti in discarica e trattati nell’impianto di compostaggio.

Negli anni la Sicula trasporti è diventata il motore di un impero in mano da sempre alla famiglia Leonardi, dal capostipite Giuseppe, al figlio grande Antonello passando per il figlio Giuseppe. Una famiglia che ha differenziato il business: dagli alberghi, alla squadra di calcio (Giuseppe non ha mai nascosto l’idea di rilevare il Catania calcio), palazzi, bar, immobili.

La loro fortuna comunque si chiama “Grotte San Giorgio”, la contrada che ospita la prima discarica fondata dal nonno Giuseppe e che negli anni si e’ ampliata a dismisura fino ai 140 mila ettari attuali. Ampliamenti che hanno avuto un unico filo conduttore, come scrive la Commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti: l’emergenza. Prefetti, sindaci, governatori: tutti hanno firmato aumenti di cubatura. E qualche funzionario che non ricorda…

La recente relazione della Commissione antimafia dell’Ars aveva infatti segnalato quanto certificato dalla magistratura, “l’asservimento di settori della pubblica amministrazione agli interessi privati nel campo dei rifiuti”.

Cosi’ ora si attendono anche le mosse del governo Musumeci che, appena un mese dopo il suo insediamento, aveva concesso l’autorizzazione alla Sicula Trasporti per un ampliamento da 1,8 milioni di metri cubi.

Un vasto sistema di illegalità in un settore nevralgico, peraltro reso plasticamente dalla scoperta di un milione di euro in contanti in fusti sotterrati nella discarica di Lentini.

Un quadro che descrive anche il fallimento della politica regionale che non è stata in grado finora di riformare il settore, tanto da indurre oggi il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, a parlare di “politica regionale decennale criminogena” che, incapace di “ridurre la quantità di rifiuti che vengono conferiti in discarica, consente a imprenditori senza scrupoli di potere lucrare grosse somme di denaro, violando le norme che tutelano l’ambiente”.

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