Berlusconi, il giudice Esposito: “Nessuna pressione sulla sentenza. Falsa l’affermazione del mio ex collega”

Berlusconi, il giudice Esposito: “Nessuna pressione sulla sentenza. Falsa l’affermazione del mio ex collega”

La condanna di Silvio Berlusconi fu decisa ”all’unanimità dopo 8 ore di camera di consiglio in cui vennero esaminati, uno per uno, oltre 90 motivi di ricorso”.

E fu un ”esame scrupolosissimo”.

Lo dice in un’intervista a ‘Repubblica’ il giudice Antonio Esposito, il magistrato che il primo agosto 2013 presiedeva la sezione feriale della Cassazione incaricata di processare l’ex premier per frode fiscale. Esposito respinge l’accusa di malafede nei confronti dell’imputato a causa di problemi giudiziari che riguardavano il figlio a Milano.

”L’affermazione di Franco (uno dei componenti del collegio, ormai scomparso, che in un audio getta ombre sul processo ndr) è radicalmente falsa. Non subii pressioni né da parte della Procura di Milano né da chiunque altro”.

Tornando sulla sentenza, Esposito sottolinea che ”se Franco fosse stato in disaccordo con il verdetto avrebbe potuto esplicitarlo nelle forme di legge: in busta chiusa e sigillata.

Ma non fu in disaccordo ed anzi redasse, come gli altri componenti, una parte della motivazione poi approvata collegialmente in apposita camera di consiglio, dove la motivazione fu letta parola per parola e fu da tutti sottoscritta, pagina per pagina, proprio perché tutti avevano concorso a formarla’’.

Per il giudice ”il comportamento di Franco che va a giustificarsi con il suo imputato che ha concorso a condannare e muove accuse totalmente false agli altri colleghi che non erano assolutamente prevenuti, è inqualificabile ed inquietante. Purtroppo non è più possibile denunciarlo”.

Quanto alle testimonianze dei tre dipendenti di un albergo a Ischia, secondo i quali Esposito pronunciò frasi offensive contro Berlusconi, il giudice è netto.

”Come ebbi conoscenza di tali dichiarazioni, sporsi querela nei confronti dei tre camerieri chiedendone la punizione per le dichiarazioni rese (che sembravano fotocopie l’una dell’altra) evidenziando la loro palese falsità, inverosimiglianza e strumentalità ad un ben evidente scopo.

Ho segnalato anche la significativa circostanza che i tre erano dipendenti di un albergo di proprietà di un politico vicinissimo a Berlusconi”. Dopo aver sottolineato di tenere per sé i ”giudizi politici su tutti, ivi compreso il Berlusconi”, Esposito alla domanda se vede Berlusconi come senatore a vita è secco: ”No”, risponde.

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