Teatro, i Pupi di Mimmo Cuticchio tornano in scena: ‘L’ira di Achille’ a Palazzolo Acreide e Messina

Teatro, i Pupi di Mimmo Cuticchio tornano in scena: ‘L’ira di Achille’ a Palazzolo Acreide e Messina

Dopo sei mesi di stop alle attività teatrali a causa dell’emergenza coronavirus, l’associazione Figli d’Arte Cuticchio torna in scena con una nuova produzione.

“L’ira di Achille” dall’Iliade di Omero, adattamento scenico e regia di Mimmo Cuticchio, con Mimmo e Giacomo Cuticchio, Tania Giordano, Marika Pugliatti ed Emanuele Salamanca, al suo debutto, avrà due palcoscenici speciali: mercoledi’ 2 settembre alle 19 il Teatro Akrai di Palazzolo Acreide e domenica 6 settembre alle 21 il Museo regionale di Messina (Mume). Gli spettacoli, pensati per il grande palcoscenico, sono direttamente promossi dall’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identita’ siciliana.

Nello spettacolo l’azione si svolge su tre piani scenici: gli uomini-pupi, i sacerdoti-pupari e gli dei-attori. L’attrice Marika Pugliatti, oltre a dare la voce ad alcuni personaggi femminili, interviene come dea. Sue sono le parti di Atena, Venere e Teti. Emanuele Salamanca, invece, costruttore di pupi di scuola catanese, si unisce alla compagnia per la manovra dei pupi a partire dall’indovino Calcante, Tania Giordano, coinvolta nel duplice compito di scenografa e costumista, si muove tra le quinte anche come maniante. Mentre le voci dei ruoli maschili sono di Mimmo e Giacomo Cuticchio che ha scritto anche le musiche dello spettacolo, eseguite dal vivo da un gruppo di musicisti:

Alessandro Lo Giudice al flauto traverso, Paolo Pellegrino al violoncello, Nicola Mogavero al sassofono baritono, Giulia Lo Giudice alle percussioni e Roberta Casella all’arpa.

“Cercheremo di narrare i sentimenti degli uomini – dice Mimmo Cuticchio – dall’amore all’amicizia, dall’odio alla giustizia, dalla compassione alla gratitudine, con tutte le sfumature a loro collegati. Il nostro lavoro li evidenzia secondo lo stile e le tecniche di recitazione insite nel teatro dei pupi. Fra tutti i sentimenti, propendiamo che arrivi forte l’amore per la vita e la pieta’ per chi muore”.

La storia, ispirata a uno dei passi piu’ famosi dell’Iliade di Omero, racconta di Paride, figlio di Priamo re di Troia, che rapisce Elena, moglie di Menelao re di Sparta. I greci si riuniscono e decidono di dichiarare guerra ai troiani.

Comandante in capo e’ Agamennone, re di Micene e fratello di Menelao. Tra i guerrieri ci sono Ulisse, Aiace Oileo, Aiace Telamone, Antiloco, Diomede, Menelao, Nestore, Patroclo, Achille e l’indovino Calcante. Le navi greche approdano sui lidi di Troia, lungo tutta la costa. Il re Priamo riunisce i suoi figli e gli alleati e affida il comando della difesa della citta’ al primogenito Ettore. L’assedio di Troia dura nove anni.

I greci, quantunque numerosi, non riescono ad avvicinarsi alle alte mura della citta’. Al decimo anno, Crise, sacerdote di Apollo, si presenta da Agamennone per riscattare la figlia Criseide, che era stata assegnata al re di Micene durante la spartizione di un bottino. Ma Agamennone rifiuta e lo allontana brutalmente. Il sacerdote Crise prega dunque il dio Apollo di punire l’arroganza dei greci e cosi’ Apollo scaglia le frecce della peste sul campo acheo: per nove giorni muoiono armenti e uomini.

Al decimo giorno, Achille chiede di riunire il consiglio. Il progetto dell’Iliade, per Mimmo Cuticchio, parte da molto lontano, dagli anni Ottanta, quando il giovane Mimmo Cuticchio comincio’ a portare i pupi nelle scuole elementari in giro per la Sicilia, rappresentando gli spettacoli nelle palestre, nei cortili, nei saloni e nelle aule. Incontrare i ragazzi, era il “pretesto per parlare della crisi dell’Opra e di un’epoca, della sua trasformazione in un teatro nuovo”.

“L’esperienza nelle scuole – dice Mimmo Cuticchio – mi fece capire che, oltre agli spettacoli del ciclo carolingio, avrei potuto proporre ai ragazzi storie diverse, magari in parallelo con cio’ che stavano studiando. Fu cosi’ che pensai di trattare i poemi omerici e di portare in scena l’Iliade, che consideravo un altro grande ciclo paragonabile, per estensione e intreccio narrativo, a quello carolingio.

Ma non potevo certo usare i pupi dei paladini per impersonare greci e achei. Cominciai dunque lo studio approfondito dei personaggi documentandomi sui libri. Si trattava di creare i pupi e il materiale necessario per il progetto che si andava chiarificando nella mia testa. La loro realizzazione fu piuttosto complicata.

Gli ultimi costruttori di pupi rimasti mi dissero che potevano realizzare solo qualche elmo alla romana ma non il pupo intero”. Cuticchio, allora, comincio’ a costruire da solo le armature dei greci e dei troiani seguendo i disegni che le numerose visite al museo archeologico Antonino Salinas di Palermo gli avevano ispirato e con l’aiuto del fratello Guido, di Francesco Caruso e Paolo Galluzzo costrui’ i pupi dei personaggi principali.

“Tuttavia non riuscii a realizzare tutti i pupi necessari – dice Mimmo Cuticchio – per la mia ideazione scenica avrei avuto bisogno di una quarantina di pupi, ma non avevo ne’ i soldi per l’acquisto dei metalli ne’ il tempo, visto che nel frattempo portavo in tourne’e gli spettacoli.

Cosi’, dopo la nascita dei primi dieci pupi, decisi di utilizzare alcuni pupi in paggio di quelli che gia’ possedevo: il vecchio Re Pipino divento’ Re Priamo, alcune dame furono trasformate in Elena, Andromaca, Cassandra ed Ecuba.

Per i fondali riadattai quelli del ciclo carolingio, ai quali se ne aggiunsero otto realizzati dal pittore Marco Incardona, che ho avuto il privilegio di conoscere negli anni ’90. Un gigante che avevo visto montare nel laboratorio di Don Paolo Galluzzo divento’ il mio Aiace Telamone. Insomma, per concludere, devo ammettere che solo in tempi recenti ho potuto completare il progetto, tanto che, potrei dire, la gestazione di questa Iliade si e’ trasformata in un’Odissea”.

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