Adrano, lettera aperta al sindaco e al suo vice. Terranova: “E’ arrivato il momento di dire basta”

Adrano, lettera aperta al sindaco e al suo vice. Terranova: “E’ arrivato il momento di dire basta”

Riceviamo da Marica Terranova, già vice sindaco di Adrano, una lettera aperta sulla vicenda dell’attacco sconsiderato del sindaco di Adrano al giornalista Salvo Sidoti.

Caro Angelo D’Agate e carissimo Pippo Currao, non posso più osservare il silenzio che mi ero imposta.

Dal 1996 mi occupo di questa città’ rivestendo prima il ruolo di dirigente locale e poi regionale del Pd e nel 2008 da vicesindaco dell’amministrazione Ferrante.

Purtroppo, in questi lunghi anni che ho dedicato alla ‘politica nostrana’, sempre protesa al miglioramento delle condizioni di vita della nostra città, ho avuto l’amara sorpresa di incappare in soggetti interessati a ben altro.

Due anni fa, nel giugno del 2018, animata sempre di buoni propositi ho deciso di sostenere la tua candidatura e non per questo esprimendo giudizi di merito nei tuoi e nei vostri confronti, peraltro, come avrei potuto giudicare te che per 30 anni sei rimasto “ibernato” a rimuginare sulla pagina più triste che la nostra Adrano abbia mai vissuto e mi riferisco allo scioglimento del consiglio comunale per mafia durante la tua sindacatura.

Ti ho sostenuto perché, da sempre, convinta che l’alternanza sia il sale della democrazia, ho ritenuto giusto che chi per 20 anni aveva amministrato Adrano dovesse cedere il passo e lasciare il testimone ad altri, sempre e comunque nell’interesse della città’ che amo e dove vivono i miei ed i nostri figli (quelli che sono rimasti, gli altri che non condividono la tua opinione, in barba ai “tuoi dati ISTAT” sulle condizioni in cui vivono gli adraniti, sono andati altrove, e l’esodo continua).

Carissimo Sindaco, vorrei che oggi, finalmente, si parlasse di fatti e di atti messi in campo per migliorare Adrano, desidererei che si parlasse di vera politica e di istanze soddisfatte e sono tanti i bisogni degli adraniti e invece…il nulla Chiudo gli occhi e sogno, sì sogno una città’ vivibile, quella che hai promesso in campagna elettorale.

Caro vicesindaco Pippo Currao da te avrei sperato molto di più’, mi apparivi pieno di idee da elargire o forse sei così egoista da conservarle per gli anni in cui non sarai vicesindaco e potrai continuare (come da sempre e’ tuo costume ) ad adoperarle per criticare l’operato di altri. Oggi sono i giorni in cui bisogna dimostrare la capacità di mettere in campo quello che si è predicato sul palco dei comizi: oggi.

Ricordo ancora quel quarto d’ora trascorso in vostra compagnia durante la campagna elettorale, quel quarto d’ora mi è bastato per rendermi conto che, purtroppo, avevo sbagliato a chiudere gli occhi e, ancora una volta, mi sono sentita tradita, gli anni che passano nella inutile attesa che schiodiate “le terga “ dalla poltrona annichiliscono ogni speranza di un futuro migliore per noi.

Carissimo sindaco Angelo D’Agate non ti ho mai visto accanto a nessun altro candidato a sindaco della nostra città’ e mi sono chiesta il perché. Mentre ciascuno di noi operatori politici del territorio ha saputo fare un passo indietro e sostenere anche altri candidati e viceversa, tu non hai mai sostenuto altri.

Forse sei portatore di interessi o istanze che altri non saprebbero o vorrebbero realizzare?

Ti ricordo candidato in pectore ad ogni campagna elettorale ma mai a sostegno di altri candidati (come ho fatto io e altri, compreso il “buon Turi Liotta” che sostenne al ballottaggio il ‘disperso’ Pippo Ferrante (per cortesia, vorrei avere notizie del suo stato di salute).

Cosa significa ciò? Solo una la risposta: arroganza, autoreferenzialità, autosufficienza e indolenza del sindaco e del vicesindaco.

Purtroppo, ancora una volta non si parla di politica ma attaccando un giornalista si vuole ‘mascariare’ la verità, si citano dati ISTAT senza comprenderli, senza averli letti o forse capiti. Mi dissocio dal coro di solidarietà espressa al giornalista Salvo Sidoti, ritengo che non ne abbia bisogno, la sua onorata carriera decennale non ha bisogno di conferme.

Piuttosto esprimo la mia solidarietà a te caro sindaco (vittima del tuo risentimento) per esserti ritrovato a governare una città che dimostri di non conoscere nonostante i 30 anni trascorsi a rimuginare su come vendicarti per essere decaduto come consigliere e come sindaco nella tua precedente e lontanissima sindacatura a seguito dello scioglimento del consiglio comunale della nostra città (settembre 1991).

In questi 30 lunghi anni trascorsi a guardare gli altri avresti dovuto imparare a fare il sindaco evitando i loro errori e prendendo esempio da ciò che hanno fatto di utile per la città (nessuno e’ perfetto, né santi né diavoli). Adrano versa in condizioni pietose e solo la disonestà intellettuale che è divenuta la cifra di molti può indurre a dire il contrario e ad attaccare i giornalisti anziché provare a cambiare il volto di Adrano.

Unica nota divertente il fatto che il Covid 19 vi abbia dato una mano a “non fare nulla”, di alleanze politiche con i virus però la storia del mondo non fa alcun cenno, ma di servilismo alla medesima causa e persona da decenni sono pieni i libri di chi teorizza che la politica non è altro che uno scambio, poco importa cosa si scambia: la salute dei cittadini, la tutela dell’ambiente, il futuro dei nostri figli.

L’importante è lo scambio e il ristoro personale. Non ho bisogno di dati ISTAT (pur sapendoli leggere e comprendere), guardo con i miei occhi e vedo una città, sporca e invivibile, ascolto il mio cuore che raccoglie la sofferenza di quanti non hanno di che vivere ed allora credo che oggi sia arrivato il momento di dire basta.

Caro Angelo nella scorsa campagna elettorale hai elogiato il mio trentennale percorso politico definendolo attivismo puro e disinteressato, continuo sempre in questa direzione. Spero che tu abbia un sussulto di orgoglio e dignità e ritorni al tuo lavoro, trent’anni a guardare gli altri non ti hanno insegnato nulla.

La politica e la vendetta mal si conciliano, ad oggi nel tuo operato non c’ è traccia alcuna della cura della polis: niente politica solo vendetta.

Incrocio le dita e ritorno a sognare augurandoti di dimenticare il passato che ti rode e pensare al futuro degli “indigeni” adraniti.

Con ripensata stima
Marica Terranova

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