Covid, l’americana Moderna ha pronto il suo vaccino: “E’ efficace al 94,5%”. Venti milioni di dosi entro la fine di dicembre

Covid, l’americana Moderna ha pronto il suo vaccino: “E’ efficace al 94,5%”. Venti milioni di dosi entro la fine di dicembre

Accelera la ‘corsa’ al vaccino contro il Covid-19 e si va concretizzando la prospettiva di prime limitate vaccinazioni entro la fine dell’anno: dopo Pfizer/BioNTech la scorsa settimana, la societa’ di biotecnologia statunitense Moderna ha annunciato che il suo vaccino e’ efficace al 94,5% e che prevede di produrne 20 milioni di dosi entro la fine di dicembre.

L’annuncio ha messo le ali alle Borse (il vaccino e’ piu’ efficace e piu’ facile di distribuire di quello Pfizer) pronte a scommettere su un’uscita dalla pandemia che ha contagiato 53 milioni di persone e causato oltre 1,3 milioni di morti.

Se i due vaccini fossero autorizzati negli Usa, l’amministrazione di Donald Trump prevede di averne dosi sufficienti entro aprile per l’intera popolazione. In Europa, la distribuzione potrebbe partire a inizio gennaio se verra’ approvato almeno un primo vaccino, con gli effetti sulla pandemia che si vedrebbero entro l’estate.

La sperimentazione del vaccino di Moderna ha coinvolto 30 mila persone negli Stati Uniti, a meta’ delle quali sono state somministrate due dosi di vaccino, a distanza di quattro settimane; al resto solo placebo, iniezioni di acqua salata.

L’analisi si e’ basata sui primi 95 pazienti che hanno sviluppato i sintomi del Covid-19: solo cinque dei contagi hanno riguardato persone vaccinate, 90 invece avevano ricevuto il placebo. Tra coloro che si sono ammalati, 11 hanno sviluppato una sintomatologia grave, ma in nessun caso questo si e’ verificato nelle persone immunizzate.

Il vaccino della societa’ di biotecnologia con sede a Cambridge, nel Massachusetts, viene somministrato in due iniezioni a distanza di quattro settimane, e piu’ facile da conservare e trasportare di quello di Pfizer: deve essere trasportato a -20 gradi centigradi, ma puo’ essere conservato dopo lo scongelamento in frigorifero (da 2 a 8 gradi centigradi) per 30 giorni; e dura a temperatura ambiente fino a 12 ore. E’ stato co-sviluppato in collaborazione con i ricercatori del Vaccine Research Center, centro che fa parte del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, l’istituto guidato da Anthony Fauci. “E’ una notizia estremamente buona. I numeri parlano da soli, sono impressionanti”, ha detto l’immunologo.

Moderna ha parlato di “grande giorno” e ha detto che i risultati sono migliori di quanto si potesse prevedere. Se l’esito dei test fosse confermato, il vaccino avrebbe un’efficacia paragonabile a quella per la rosolia (97% con due dosi) e molto superiore a quello dell’influenza (che oscilla tra il 19% e il 60%). Il vaccino Pfizer sarebbe efficiente al 90% e il vaccino russo Sputnik V al 92%.

Moderna vuole chiedere l’autorizzazione all’uso di emergenza in tempi brevissimi, ma si e’ impegnata a completare la sua sperimentazione prima di richiederla, il che significa aspettare fino a quando non ci saranno 151 casi di Covid-19 nello studio. Cosa che potrebbe avvenire gia’ entro sette/dieci giorni.

Da notare comunque che Pfizer e Moderna hanno annunciato i risultati con comunicati stampa, non in riviste scientifiche peer-reviewed, e le societa’ non hanno ancora divulgato i dati dettagliati e dunque i risultati non possono essere considerati conclusivi.

Di sicuro pero’ entrambe le societa’ hanno utilizzato un nuovo approccio, la tecnologia ‘messenger RNA’: parte del codice genetico del coronavirus viene iniettato nel corpo, consentendo la produzione di proteine in numero sufficiente per addestrare il sistema immunitario. Tutti i vaccini infatti hanno lo stesso obiettivo: addestrare il sistema immunitario a riconoscere un virus e aumentare le difese per neutralizzarlo in caso di contagio; ma i vaccini convenzionali sono prodotti da virus inattivati (poliomielite, influenza), attenuati (morbillo, febbre gialla) o semplicemente da proteine chiamate antigeni (epatite B). Nei casi di Pfizer/BioNTech e Moderna, invece le istruzioni genetiche penetrano nelle cellule umane, che vengono riprogrammate per creare un antigene del coronavirus e innescare una risposta del sistema immunitario.

E adesso si pensa alla immunizzazione della popolazione. In Europa, l’agenzia europea per i medicinali ha stabilito una procedura accelerata, per esaminare i dati cosi’ come si presentano, anche prima che il produttore faccia una richiesta di autorizzazione. Moderna e’ ora il terzo progetto a rinetrare in questa “revisione continua”, dopo il vaccino di Oxford/AstraZeneca e quello di Pfizer/BioNTech.

Moderna, che ha sede a Cambridge, in Massachusetts, ha ricevuto 2,5 miliardi di dollari di denaro pubblico dagli Stati Uniti e ha promesso 100 milioni di dosi a Washington, di cui 15 milioni prima della fine di dicembre; ha anche firmato contratti con Canada, Svizzera, Giappone, Israele e Qatar ed e’ in trattative con l’Ue, il Regno Unito e il programma internazionale Covax.

Quest’anno prevede di produrre 20 milioni, e tra 500 milioni e 1 miliardo nel 2021, grazie ai suoi centri di produzione e collaborazioni industriali negli Stati Uniti, Svizzera e Spagna.

Intanto il presidente Usa, Donald Trump, che con la sua amministrazione ha messo in piedi l’operazione Warp Speed, proprio per accelerare i tempi della scienza esulta e rivendica il successo “Per quei grandi “storici”, ricordate che queste grandi scoperte, che porranno fine alla peste cinese, sono avvenute tutte sotto la mia supervisione!”.

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