Paternò, scuole chiuse/aperte: mamme manifestano in municipio. I legali del ricorso al TAR annunciano querele

Paternò, scuole chiuse/aperte: mamme manifestano in municipio. I legali del ricorso al TAR annunciano querele

Fanno sentire la propria voce le mamme di Paternò i cui figli frequentano le scuole dell’obbligo cittadine, esprimendo la propria contrarietà al decreto di sospensione emesso dal TAR di Catania contro l’ordinanza sindacale nr. 96 del 9 novembre firmata da Nino Naso che predisponeva la chiusura delle scuole fino al prossimo 3 dicembre.

Una decisione questa non condivisa da altri genitori, i quali si sono rivolti ai legali; quest’ultimi hanno presentato ricorso al TAR, il quale meno di 48 ore addietro, ha dato ragione ai proponenti.

Questa mattina una delegazione di mamme, oltre una decina, contrari ad un ritorno a scuola dei propri figli, ha manifestato la loro vicinanza al sindaco davanti al municipio.

E’ stata protocollata anche una lettera, con allegata una raccolta firme, indirizzata proprio al primo cittadino e all’assessore all’istruzione Francesca Chirieleison, in cui si chiede di “tutelare i nostri figli da questo invisibile virus che purtroppo, già nella nostra città ha registrato delle mortalità.

La preghiamo carissimo sindaco di venirci incontro come ha fatto fino adesso”.

E’ in corso una raccolta firma cartacea e on-line aperta a tutti. Il sindaco Naso ha incontrato le mamme ribadendo la propria intenzione di andare avanti a difesa della salute dei bambini:

non è da escludere che il primo cittadino, una volta sentiti i pareri legali, possa firmare prossimamente un’altra ordinanza destinata alla chiusura delle scuole, con gli studenti che continueranno a seguire le lezioni con la didattica a distanza o integrata.

Nel contempo i legali dei ricorrenti hanno annunciato in una nota che stanno “provvedendo a difesa dei propri assistiti, vilmente attaccati sui social, ad inoltrare circa trenta querele verso utenti Facebook, ed esposti nei confronti delle testate giornalistiche che hanno incautamente pubblicato i nomi dei ricorrenti, e nei confronti di quegli avvocati che hanno assunto atteggiamenti pubblici contrari al codice deontologico verso i colleghi”.

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