Acireale, positiva al covid e in quarantena esce di casa e falsifica autocertificazione: rischia la galera

Acireale, positiva al covid e in quarantena esce di casa e falsifica autocertificazione: rischia la galera

Nella giornata di ieri, agenti del Commissariato di Acireale hanno indagato in stato di libertà una donna abitante in quel Centro, resasi responsabile dei reati di violazione delle norme sanitarie, false attestazioni e inosservanza di un ordine dell’autorità.

La gravissima condotta della signora si è concretizzata nell’essere uscita dalla propria abitazione, nonostante vi fosse stata posta in quarantena perché affetta da covid, assieme ai restanti componenti del nucleo familiare. Ma non è tutto.

La sfrontatezza della donna, infatti, l’ha portata persino a introdursi all’interno dell’edificio che ospita gli Uffici del Giudice di Pace, dove la denunciata era stata convocata e dov’è pure allocato il Commissariato della Polizia di Stato di Acireale.

A dimostrazione della coscienza del pericolo a cui esponeva chiunque le si avvicinasse e dell’assoluto disinteresse per l’altrui incolumità, la signora ha prodotto, mentendo, un’autocertificazione nella quale falsamente dichiarava di non presentare alcun sintomo riconducibile all’infezione da Covid e, ovviamente, di non essere stata né in quarantena né in isolamento nel corso dei precedenti 14 giorni.

È questa una vera condotta criminale di estrema gravità che, in questi giorni in cui tutti i cittadini sono chiamati a collaborare per debellare la pandemia, soffrendo delle restrizioni che necessariamente devono essere imposte per evitare ulteriori morti, non può che suscitare indignazione, anche per l’estremo quanto inutile egoismo palesato da chi, pur sapendo di poter causare la malattia o addirittura la morte di alcuno, rimane indifferente, continuando la propria vita come se niente fosse.

Ma l’allerta delle Forze dell’ordine, Polizia di Stato in primis, è alta e la vigilanza è continua, sì che le indagini sui delitti commessi è stata agile e veloce, costruendo un quadro probatorio ampiamente documentato che chiamerà la responsabile del dissennato comportamento a risponderne davanti al Tribunale, rischiando la pena dell’arresto fino a 9 mesi e della reclusione fino a 6 anni.

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