In ‘fase 3’ il vaccino della Johnson & Johnson: dose unica senza richiamo. In Italia 27 milioni di dosi

In ‘fase 3’ il vaccino della Johnson & Johnson: dose unica senza richiamo. In Italia 27 milioni di dosi

Per quanto riguarda il vaccino di Johnson & Johnson, “abbiamo depositato la fase 3 della sperimentazione, dovrebbe essere autorizzato dall’Ema (Agenzia europea per i medicinali) entro marzo: è stato testato su 43.783 partecipanti di varie fasce di età e varie latitudini, dagli Usa all’America Latina, al Sudafrica, nel periodo in cui il contagio era più elevato.

Il che ci mette al riparo dalle varianti. Il presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa, ha detto di riporre grosse aspettative sul nostro vaccino”.

Così Massimo Scaccabarozzi, presidente e ad di Janssen Italia, gruppo Johnson & Johnson, e presidente di Farmindustria, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’.

Le caratteristiche del vaccino?

“Una sola dose, nessun problema di temperatura di conservazione: a 2/8 gradi è stabile per tre mesi, a -20 gradi per due anni”. La tecnologia utilizzata per il siero di Johnson & Johnson – spiega – è “quella dell’adenovirus: la piattaforma è la stessa usata per il vaccino contro l’Ebola, ed è quella comune ai vaccini antinfluenzali, quindi molto tollerabile. Abbiamo appena chiesto l’autorizzazione per situazioni di emergenza alla Fda (Food and drug administration) degli Usa: potrebbe arrivare entro febbraio”.

Che accordo c’è con l’Ue?

“Una prelazione per 200 milioni di dosi, più un’opzione per altre 200 milioni. Per l’Italia è previsto l’arrivo di 27 milioni di dosi per altrettante persone. Senza richiamo”, sottolinea Scaccabarozzi.

Il vaccino “è stato testato in modo particolare sui malati che avevano altre patologie (obesità, diabete, tumori, Hiv). Risultato: una copertura del 100% contro il rischio di ospedalizzazione o morte, dell’85% contro le forme gravi di Covid.

Abbiamo testato il vaccino anche in Sudafrica in un periodo in cui la variante era già in circolazione, e la media sull’efficacia in forme da moderate a gravi si è attestata al 66%”, chiarisce. Poi alla domanda se il vaccino evita il contagio, Scaccabarozzi risponde: “Al momento non esistono evidenze sul fatto che i vaccini possano impedire la trasmissione. Servono tempi più lunghi di osservazione”.

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