Paternò, la verità dell’ex sindaco Mangano sul ‘buco’ di 27 mln: “Confusione sul passato per non parlare del presente”

Paternò, la verità dell’ex sindaco Mangano sul ‘buco’ di 27 mln: “Confusione sul passato per non parlare del presente”

Con una lettera al Corriere Etneo, l’ex sindaco di Paternò Mauro Mangano interviene sulla questione che riguarda il debito di 27 milioni di euro dell’attuale amministrazione emerso dal consuntivo.

Nelle uscite ufficiali – stamattina sindaco e assessore al Bilancio terranno una conferenza stampa – la colpa è stata attribuita proprio all’ex sindaco Mangano e al fardello dell’Ato. In questo intervento l’ex sindaco offre la sua versione dei fatti.

Ecco il testo:

Le questioni che riguardano i bilanci pubblici sono sempre molto tecniche e di conseguenza rischiano di non risultare chiare. Ancora di più quando le informazioni che vengono diffuse sono frammentarie, incomplete, o del tutto false.

È il caso del disavanzo nel consuntivo 2019 del Comune di Paternò. La cui origine ancora, dalla lettura di quanto dichiarato dagli amministratori, non mi sembra del tutto chiara. L’unico argomento su cui l’attuale amministrazione ha insistito è il fatto che una parte dei 27 milioni (una parte, senza la quale, dunque, un disavanzo ci sarebbe comunque stato?), quella dovuta alle anticipazioni fatte dal Comune all’Ato, poteva essere dichiarata inesigibile quando, nel 2015, la legge consentì il riaccertamento di debiti e crediti iscritti nei bilanci degli enti pubblici. E dichiarando quelle somme inesigibili non si troverebbero oggi nel bilancio da accantonare.

Sbagliato. Le anticipazioni che il comune, per molti anni, ai tempi della catastrofica gestione degli Ato, ha fatto, erano soldi dei cittadini di Paternò che venivano anticipate ad un ente che nel frattempo chiedeva quelle stesse somme, con le bollette che tuttora continuano ad arrivare ai cittadini, ai contribuenti paternesi. Il Comune le ha riportate di anno in anno con la loro esatta denominazione, almeno fino al 2017, proprio per evitare che i paternesi le pagassero due volte, all’Ato con le bollette fino al 2012, e dalle casse comunali. Abbiamo lottato con forza contro l’Ato per esigere il rispetto e la giustizia nei confronti dei nostri cittadini. Nel 2015 il Comune ha fatto il riaccertamento di crediti e debiti, ma quei soldi dovuti dall’Ato non potevano essere dichiarati inesigibili, se non ce lo comunicava l’Ato stessa, che era il soggetto che doveva esigerli. E l’Ato era ben impegnata a mandare ruoli e cartelle esattoriali e non aveva alcuna intenzione di dichiararne l’inesigibilità, come infatti non fece. La dichiarazione dell’amministrazione, dunque, è superficiale, se non volutamente falsa.

Occorre ricordare che in diverse occasioni i bilanci del Comune di Paternò furono oggetto di osservazioni da parte della Corte dei Conti, anche per le ingenti somme che riguardavano quelle anticipazioni, e le spiegazioni che abbiamo addotto allora sono risultate chiarificatrici e soddisfacenti. Peraltro il consiglio comunale, negli anni tra il 2015 ed il 2017, ha votato quei bilanci, e neppure tra gli oppositori di allora ricordo che qualcuno avanzò gli argomenti che adesso, improvvisamente, paiono così evidenti. Forse perché non lo erano e non lo sono ancora.

Ma il disavanzo del consuntivo 2019 fa sorgere più di un dubbio sul presente, dal quale invece l’amministrazione sembra volere sfuggire:
1. Quando l’amministrazione ha deliberato sulla possibilità di accendere mutui milionari, recentemente, era a conoscenza del disavanzo? Se no, evidentemente non è una cosa così antica e chiara, ma il frutto di qualche evento imprevedibile e molto recente. Se sì, l’ha fato per pura propaganda sapendo che in ogni caso tutte le promesse non si sarebbero mantenute, ma intanto è bello farle e ingannare i cittadini.
2. Quale è la percentuale di riscossione reale rispetto alle entrate iscritte in bilancio? Perché se per caso la percentuale delle entrate, in particolare della tariffa sui rifiuti, non arriva al 50%, significa che ogni anno si accumula un debito di circa 3 milioni di euro. Questi soldi vengono accantonati? In pochi anni saremo a decine di milioni di euro? Cosa sta pensando di fare l’amministrazione per oggi, e quindi per il futuro? 

3. Dove finiscono gli ingenti risparmi che negli ultimi anni il Comune ha accumulato dalle decine di pensionamenti che non vengono rimpiazzati con nuovo personale, ma con consulenti esterni? 

4. Non è che l’improvviso e gigantesco disavanzo è un ottimo metodo congegnato per nascondere la fantasia dei conti del 2018 e del 2019, i cui nodi arrivano al pettine, e qualcuno ha ben consigliato di approfittare del consuntivo 2019, perché poi, il prossimo, potrebbe approvarlo un’altra amministrazione e magari leggere finalmente i conti reali del comune di questi ultimi anni? 

(Mauro Mangano)

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