Etna, Regione dichiara stato di crisi per 43 comuni. Cenere in discarica non come rifiuto speciale

Etna, Regione dichiara stato di crisi per 43 comuni. Cenere in discarica non come rifiuto speciale

Il governo siciliano ha dichiarato lo stato di crisi e di emergenza regionale e richiesto al Consiglio dei ministri lo stato di emergenza nazionale per 13 Comuni ricadenti nelle aree sommitali dell’Etna e per altri 30 Comuni dell’areale etneo.

Inoltre la Regione Siciliana ha stanziato un milione di euro dal bilancio regionale, dopo averne già stanziati 600 mila per reperire mezzi e affidare servizi aggiuntivi a quelli dei comuni per lo spazzamento e la raccolta della cenere. Il 7 marzo soltanto si stima ne siano caduti 678 mila metri cubi.

Una valutazione completa dei danni è ancora in corso, ma sui costi di raccolta, rimozione e smaltimento delle ceneri è stata stimata una spesa complessiva di circa quindici milioni di euro. Ancora non sono quantificabili, invece, i danni alle coperture degli edifici, ai sistemi di smaltimento delle acque e alle attività agricole: si ritengono comunque superiori ai dieci milioni di euro.

Tredici gli enti comunali dell’area sommitale del vulcano interessati (Adrano, Belpasso, Biancavilla, Bronte, Castiglione di Sicilia, Linguaglossa, Maletto, Nicolosi, Piedimonte Etneo, Ragalna, Randazzo, Sant’Alfio, Zafferana Etnea) e altri 30 dell’area etnea (Aci Bonaccorsi, Aci Castello, Aci Catena, Acireale, Aci Sant’Antonio, Calatabiano, Camporotondo Etneo, Catania, Fiumefreddo di Sicilia, Giarre, Gravina di Catania, Maniace, Mascali, Mascalucia, Milo, Misterbianco, Motta Sant’Anastasia, Paternò, Pedara, Riposto, San Giovanni La Punta, San Gregorio, San Pietro Clarenza, Santa Maria di Licodia, Santa Venerina, Sant’Agata Li Battiati, Trecastagni, Tremestieri Etneo).

Con un’ordinanza, il sindaco metropolitano di Catania, Salvo Pogliese, ha dato il via libera alla classificazione delle cenere vulcanica raccolta su strada come “terra e roccia” e non come rifiuto speciale, a condizione che il 95% del materiale conferito sia appunto composto da cenere e lapilli.

In sostanza, i Comuni maggiormente colpiti grazie a questo provvedimento del sindaco Pogliese potranno conferire in discarica il materiale a costi nettamente inferiori, contenendo seppure in parte i costi di rimozione e smaltimento che gli enti locali sono costretti a sopportare, con il solo onere di conferire correttamente il rifiuto vulcanico, pressoché completamente di produzione eruttiva, come residui di pulizia stradale. “Indispensabile che il rifiuto venga smaltito correttamente – è scritto nell’ordinanza del sindaco metropolitano- senza miscelare le ceneri e i lapilli con altri inerti perche verrebbe meno l’attribuzione del codice Cer che consente un conferimento come materiale di pulizia stradale, rimosso dalle strade comunali e provinciali della Città metropolitana”.

Sin dalle prime fasi parossistiche dell’Etna, due settimane addietro, la Città metropolitana di Catania, su disposizione del sindaco metropolitano Salvo Pogliese è intervenuta, nelle strade di propria competenza, attraverso la partecipata Pubbliservizi. Quest’ultima, non potendo agire su tutto il territorio interessato gravato dall’eccezionale fenomeno, ha dovuto incaricare ditte esterne di supporto che stanno provvedendo per conto della Città Metropolitana di Catania alla rimozione del materiale vulcanico sulle Sp ricadenti nei comuni di Viagrande, Pedara, Nicolosi, Trecastagni, Zafferana Etnea, Milo, Sant’Alfio, Giarre, Mascali, Acireale, Piedimonte Etneo, Linguaglossa, Randazzo, Maletto, Bronte.

La metodologia degli interventi delle quattro squadre dislocate sul territorio ha indicato come priorità lo sgombero delle arterie di maggior transito veicolare (Viagrande, Zafferana Etnea, Milo, Sant’Alfio) e da Nord a Sud (Santa Venerina – Stazzo), (Sant’Alfio – Mascali). Inoltre, per cercare di rendere percorribili le carreggiate della strada provinciale 92 (Nicolosi) e della Mareneve sono intervenuti gli operatori utilizzando i mezzi spazzaneve. Ai margini delle le strade interessate sono stati installati i cartelli con indicazione di limite di velocità e divieto ai mezzi a due ruote in caso di presenza di sabbia vulcanica. Le continue emissioni vulcaniche però al momento sono solo diminuite ma non ancora del tutto cessate, rendendo ancora più difficile il lavoro di ripulitura.

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