Patti, il cassiere dell’Asp metteva in tasca i soldi del ticket: indagato dipendente 66enne

Patti, il cassiere dell’Asp metteva in tasca i soldi del ticket: indagato dipendente 66enne

Si sarebbe appropriato di 50mila euro, sottraendoli dalla cassa dei ticket dell’ospedale di Patti, nel Messinese.

I finanzieri del Comando provinciale di Messina hanno chiuso le indagini nei confronti di un dipendente infedele del nosocomio prossimo alla pensione.

L’attività di indagine, eseguita dagli specialisti del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Messina sotto il coordinamento del procuratore di Patti, Angelo Vittorio Cavallo, è stata rivolta alla verifica della corretta riscossione dei ticket dell’Azienda sanitaria provinciale.

Le Fiamme gialle hanno passato al setaccio tutte le fasi gestionali:

dalla riscossione delle somme al trasferimento del denaro agli istituti di credito, tramite i vettori autorizzati, alla corrispondenza dei documenti giustificativi riguardanti i versamenti destinati all’Azienda sanitaria per l’effettuazione dell’attività di ‘riconciliazione’ tra la raccolta e i versamenti.

Più in particolare, i finanzieri della sezione Tutela spesa pubblica del Nucleo Pef di Messina, su delega del sostituto procuratore di Patti, Alice Parialò, sulla base degli accertamenti svolti, hanno scoperto che un dipendente della locale Asp, con il ruolo di cassiere dell’ospedale di Patti, L.C.S., 66 anni, ormai prossimo alla pensione, nella sua qualità di ‘riscuotitore’ addetto alla cassa ticket del presidio ospedaliero Barone Romeo di Patti, durante il 2019, contravvenendo alle istruzioni operative dettate dall’Uoc Economico finanziario e patrimoniale dell’Asp di Messina, avrebbe violato le procedure di riscossione, appropriandosi indebitamente, di quasi 50.000 euro in contanti, omettendone la rendicontazione e la relativa consegna nelle casse ospedaliere e rendendosi così responsabile dell’ipotesi di reato di peculato.

“Ormai scoperta l’indebita appropriazione dell’anticipata ‘buonuscita maggiorata’ – spiegano gli investigatori delle Fiamme gialle – il neo pensionato si vedeva costretto a restituire il maltolto, questa volta con bonifici tracciabili sul conto corrente dell’Asp di Messina, di cui l’ultima tranche nel recente dicembre 2020, ed ora dovrà chiarire alla giustizia le motivazioni dell’illecito comportamento tenuto”.

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