Strage Via D’Amelio, la nuova verità di Maurizio Avola: “Non c’erano i servizi segreti. Guardai Borsellino e diedi il segnale a Graviano”

Strage Via D’Amelio, la nuova verità di Maurizio Avola: “Non c’erano i servizi segreti. Guardai Borsellino e diedi il segnale a Graviano”

Nel garage in cui venne preparato la 126 che il 19 luglio 1992 uccise Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta, “non c’erano agenti dei servizi segreti, ma solo killer e boss di Cosa nostra”.

A dirlo è l’ex killer della mafia catanese Maurizio Avola intervistato da Michele Santoro nello speciale di Mentana sulla mafia, andato in onda ieri sera su LA7. Era stato il pentito Gaspare Spatuzza a parlare di un uomo dei servizi segreti nel garage, ma oggi Avola lo smentisce e dice: “Spatuzza ha visto solo Aldo Ercolano, ma lui non era un esecutore materiale e non può sapere i retroscena”, dice Avola. “Credo che dica la verità ma quello che visto nel garage non è dei servizi segreti, ero io o Aldo Ercolano”.

La macchina che il 19 luglio 1992 uccise Paolo Borsellino, una 126, “è stata imbottita da due persone, io e un’altra persona – afferma Avola – I panetti toccavano pure il seggiolino dell’auto. Erano dodici panetti di esplosivo in tutto.

“Già sapevo che dovevamo colpire un magistrato – racconta – Io già il tipo di esplosivo da usare lo conoscevo. E conoscevo anche la tecnica”. “Durante la settimana dell’attentato sono salito a Palermo diverse volte – aggiunge – C’erano Giuseppe Graviano ma anche Matteo Messina Denaro. E poi i ragazzi Fifetto Cannella e Renzino Tinnirello”.

“Io posso dire che c’ero e sono uno degli esecutori materiale della strage di via D’Amelio. E sono l’ultima persona che ha visto lo sguardo di Paolo Borsellino prima di dare il segnale per l’esplosione”.

“Borsellino scende dalla macchina e lascia lo sportello aperto – dice Avola – Io mi fermo, mi giro e lo guardo, mi accendo una sigaretta. Lo guardo, mi giro e faccio il segnale, verso il furgone a Giuseppe Graviano e vado a passo elevato – dice Avola – Mi dà 12 secondi per allontanarmi. Ho avuto la sensazione che Emanuela Loi ha visto il led rosso dell’auto, lei alza il passo e non capisco se sta andando verso la macchina. A quel punto mi sono allontanato. Se non esplodeva la macchina avrebbero attaccato con i bazooka”.

E aggiunge:

“Il nostro ottavo uomo era lo Stato – aggiunge – non i servizi segreti. Hanno fatto una ricostruzione diversa, posso giurare che non c’erano uomini dei servizi. Io dovevo fare la guerra allo Stato”.

“Le parole di Maurizio Avola? Qualsiasi dichiarazione deve essere oggetto di riscontro, già di depistaggio ne abbiamo subito uno e ancora ci lecchiamo le ferite”. Lo ha detto Fiammetta Borsellino commentando le dichiarazioni dell’ex killer di mafia Maurizio Avola

“La sentenza di Scarantino (sul depistaggio ndr) – ha concluso Borsellino – è diventata definitiva appena pochi giorni fa. Sto molto cauta e penso che ogni dichiarazione debba essere oggetto di un riscontro”.

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