Libia, l’Aliseo torna a Mazara del Vallo. Il comandante: “Ci hanno sparato almeno 100 colpi”

Libia, l’Aliseo torna a Mazara del Vallo. Il comandante: “Ci hanno sparato almeno 100 colpi”

Il peschereccio ‘Aliseo’ è appena giunto al porto nuovo di Mazara del Vallo, scortato da una motovedetta CP850 della guardia costiera.

Il natante è attraccato alla banchina ‘Mokarta’.

A bordo i sette componenti dell’equipaggio, cinque italiani e due tunisini. Con loro anche il comandante, Giuseppe Giacalone, che due giorni fa era stato ferito lievemente, mentre il peschereccio si trovava a 75 miglia a nord-est di Tripoli, dopo alcuni colpi d’arma da fuoco sparati da una motovedetta militare del paese nordafricano.

“Ci hanno sparato almeno 100 colpi addosso e ci hanno detto che se avessero avuto un cannoncino lo avrebbero utilizzato. Hanno mirato alla cabina” dice Girolamo Giacalone, timoniere dell’Aliseo, descrivendo l’agguato subito giovedi’ scorso da una motovedetta libica.

“Sono saliti a bordo in tre e sono rimasti per almeno due ore, hanno prelevato il comandante e quando lo hanno rilasciato gli hanno chiesto scusa”, continua il marittimo riferendosi al comandante Giuseppe Giacalone, ferito durante l’aggressione. “La marina italiana – continua il timoniere dell’Aliseo – ci ha scortato con una nave e con un elicottero, ma non hanno hai sparato un colpo”.

Ad accogliere il motopesca ‘Aliseo’ sulla banchina c’erano i familiari dei componenti dell’equipaggio, oltre che il vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, e il sindaco, Salvatore Quinci.

La banchina ‘Mokarta’ è presidiata dalle forze dell’ordine.

IL VESCOVO DI MAZARA DEL VALLO: “VICENDA LASCIA IL SEGNO”

“Il comandante Giacalone è molto giù di morale, d’altro canto è stato sfiorato da un proiettile e psicologicamente la situazione è grave. E’ una vicenda che sta lasciando il segno, speriamo che si riprendano al più presto e che abbiano il coraggio di tornare in mare”. Lo ha detto monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, dopo avere incontrato il comandante Giuseppe Giacaolone, rimasto ferito.

“E’ un problema grave – dice incontrando i giornalisti al porto – ci sono interessi particolari e gli interlocutori in Libia per sono ora deboli. Ci sono, ad esempio, due vescovi ma hanno poca libertà di parola”.

E sulla Libia:

“Non bastavano i muscoli, ora anche i proiettili, per fortuna c’era la Marina e la vicenda si è conclusa in maniera positiva”. E a chi gli chiede cosa pensa del governo che invita i pescatori a non andare in quella zona, replica: “Il governo in questo momento in assenza di interlocuzione dice ‘state attenti perché la vita vale di più del pesce, beh dal punto di vista politico può reggere ma dal punto di vista economico no”.

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