Calcio, addio a Burgnich la ‘Roccia’: difensore iconico nella Grande Inter

Calcio, addio a Burgnich la ‘Roccia’: difensore iconico nella Grande Inter

“Ciao Tarcisio, sarai sempre la nostra ”Roccia””.

In un lungo post sul suo sito, l’Inter campione d’Italia saluta uno dei difensori più iconici di sempre, Tarcisio Burgnich morto nella notte a 82 anni. “Ci sono degli uomini che vorresti sempre avere al tuo fianco, dei calciatori che vorresti sempre nella tua squadra, delle leggende che vorresti facciano sempre parte della tua storia. Tarcisio Burgnich ha incarnato la forza e i valori del nostro Club e l’Inter ha avuto il privilegio di vederlo lottare per i propri colori: statuario, implacabile, umile e sempre leale”.

“Entrato nella storia della Grande Inter e nella memoria dei tifosi nerazzurri per la grande tempra ed il carattere che mostrava in campo, ha formato con Giacinto Facchetti una delle coppie di terzini più forti del mondo in quell’Inter dove la difesa era un punto fermo, forgiata dal mago Herrera con campioni preparati atleticamente e mentalmente per affrontare e fermare ogni tipo di avversario. Come nella partita che Burgnich ha portato sempre nel cuore, giocata due anni dopo il suo arrivo in nerazzurro, quella finale contro i mostri sacri del Real Madrid di Di Stéfano, Puskás, Gento, ”quelli che noi avevamo visto solo nelle figurine”.

Un giorno che riuscì a stravolgere le gerarchie e a portare la prima Coppa dei Campioni nella bacheca nerazzurra. E poi la storia che si ripete, esattamente un anno dopo, contro il Benfica di Eusebio a San Siro”.

Il club prosegue:

“12 stagioni all’Inter, 4 Scudetti, 2 Coppe dei Campioni, 2 Coppe Intercontinentali, 6 gol e 467 partite a difendere i nostri colori, gara dopo gara, allenamento dopo allenamento, forgiandosi ogni giorno di più per diventare la ”Roccia” che tutti abbiamo conosciuto, proprio come l’aveva ribattezzato Armando Picchi. I ritiri, sempre al fianco dell’indimenticato Giacinto Facchetti: ”Ho dormito più con lui che con mia moglie”, diceva sempre Burgnich. Con lui era titolare anche nella nazionale vincitrice dell’Europeo del 1968 e vicecampione del mondo di Messico 1970, quando segnò di sinistro ai supplementari la rete del 2-2 nella semifinale Italia-Germania Ovest (4-3): un gol rabbioso e prezioso in quella che passò alla storia come la partita del Secolo. 66 volte in campo con la maglia azzurra e una vita dedicata al calcio divisa tra la carriera di giocatore e allenatore. Umile e determinato, insuperabile per gli avversari e prezioso alleato per i suoi compagni: oggi il suo sguardo fiero e la sua forza sono ricordi preziosi, un’immagine che rimarrà sempre impressa nella nostra storia”.

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