Covid, minorenne ricorre all’avvocato contro i genitori No Vax: “Voglio scegliere da solo se vaccinarmi”

Covid, minorenne ricorre all’avvocato contro i genitori No Vax: “Voglio scegliere da solo se vaccinarmi”

“Alla mia età sono libero di sballarmi in discoteca ma non di avere voce in capitolo su questioni come la mia salute. È assurdo che io non possa partecipare a una decisione tanto importante. Alla fine quando sei un ragazzo l’ultima parola è dei genitori anche se tu non sei d’accordo”.

E’ l’inizio della storia raccontata da un ragazzo fiorentino di 17 anni raccontata al quotidiano ‘La Repubblica’, che si è rivolto ad un avvocato per affrontare i genitori che non sono d’accordo sulla vaccinazione.

Raggiunto tramite Gianni Baldini, presidente della sezione di Firenze dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani, il ragazzo racconta che “sono figlio unico. La mia famiglia è unita. I miei genitori hanno un bel lavoro, sono laureati, ma sono anche no-vax convinti. Ritengono che il vaccino sia pericoloso, infatti non sono vaccinati e vogliono impedire a me di farlo”.

“La pandemia l’ho vissuta come i miei compagni di classe. Ho rinunciato a quasi due anni di uscite, gare, interrogazioni, recluso in casa davanti a uno schermo per parlare con gli amici, seguire le lezioni e giocare alla PlayStation. E basta, tutto qui. Prima del lockdown avevo anche una ragazza, ma non so più nemmeno come riavvicinarmi a lei. – continua il ragazzo – Non posso stare con gli amici e non posso viaggiare con loro senza green pass. È come se non avessi un futuro”.

Dopo il no dei genitori al vaccino “ero frastornato. Ho parlato con i miei amici e chiesto aiuto a scuola. Il legale dell’associazione proverà a farli ragionare. Ai miei non ho ancora detto che ho parlato con un avvocato. – prosegue il ragazzo – Loro dicono che nessuno può obbligarli a vaccinarsi, perché i vaccini sono pericolosi, però vogliono costringermi a non farlo. A me sembra una contraddizione, per questo ho cercato un modo per convincerli. Anche alcuni miei compagni di scuola vorrebbero farlo ma non hanno ricevuto il permesso dalle famiglie”.

“Per me chi dice che non sono sicuri per via della sperimentazione troppo rapida dice una scemenza. Poi ognuno è libero di fare quello che gli pare, anche se proprio quelli che non vogliono imposizioni alla fine impongono le loro convinzioni agli altri, come nel caso dei miei genitori con me”, chiude il ragazzo.

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