Carrà, Barbara Boncompagni: “E’ andata via in punta di piedi come i grandi. Non amava fare la diva”

Carrà, Barbara Boncompagni: “E’ andata via in punta di piedi come i grandi. Non amava fare la diva”

“Dentro casa era un ciclone, me la ricordo come Mary Poppins”.

Così Barbara Boncompagni, che aveva solo 5 anni quando Raffaella Carrà iniziò la sua convivenza con il padre Gianni, in un’intervista al Corriere della Sera, ricorda la Carrà, parlando di un rapporto “di grande complicità” tra lei e Raffaella che “è stata una maestra” nell’accompagnarla lungo la strada intrapresa verso il mondo dello spettacolo.

“Sin da ragazzina mi portava con lei in tournée, potevo vedere il modo in cui si preparava. Era dotata di una grande serietà, ma anche di grande leggerezza, non faceva mai pesare le sue scelte”, dice la Boncompagni. E aggiunge che la Carrà era una donna “riservatissima! Era consapevole di essere famosa e non amava andare troppo in giro in luoghi pubblici. Diceva: se vado nei ristoranti, o a certe manifestazioni, le persone mi riconoscono, mi fermano e magari giustamente mi chiedono la foto, l’autografo… io preferisco stare nell’ombra. Non amava fare la diva. Proveniva da una storia familiare semplice, era dotata di una umiltà impressionante, grande pudore, detestava le celebrazioni”. Quanto ai consigli professionali, “ci confrontavamo spesso – dice Barbara Boncompagni – Lei seguiva il mio percorso di autrice televisiva e anche recentemente, per il programma La canzone segreta, lei guardava con attenzione le puntate e poi mi esprimeva il suo pensiero, ma sempre con rispetto e discrezione. Era delicata anche nelle osservazioni. D’altronde Raffa ha navigato in tantissimi generi di programmi e,se avesse voluto, aveva parecchio da insegnare. Ma lei non lo faceva, non l’ho mai sentita fare un commento su qualche suo collega”. E conclude: “Se ne è andata da signora, quale era. In rigoroso silenzio. Non me la posso immaginare vecchia e malata, Raffaella ha lasciato un’immagine di sé assolutamente perfetta. Se potessi ancora dirle qualcosa, le direi: quanto bene ti voglio”.

In un’intervista alla Stampa la Boncompagni ricorda che alla Carrà, oltre alla carriera, piaceva “stare al mare e giocare, era una grande appassionata di Burraco. Aveva avuto una vita da single ed essere dominata dalle carte la divertiva. E poi adorava viaggiare, le cene con pochi amici e cibo buono. Era appagata e non si è mai lamentata della vita privata, del non avere avuto figli, prima non li aveva cercati, poi non erano venuti. Ne aveva adottati a distanza e voleva un gran bene ai nipoti. Ogni volta che andavo a cena da lei mi chiedeva: “vieni con i gioielli?”, indicando i miei figli”.

E spiega che tra lei e Raffaella c’era “un rapporto parentale. Le nostre chiacchierate erano epiche, mi ha sempre consigliato sia sul lavoro sia sul privato. Era una donna priva di pregiudizi, era una donna libera. Non andava dove non voleva, o bianco o nero. Mai un compromesso, un lusso che si è conquistata a caro prezzo”. Quello che le mancherà di più di lei, di voi insieme? “Le chiacchierate come dicevo. Io andavo da lei non da mio padre. Mi viene a mancare un amore materno, un pilastro di vita. Sento franarmi la terra sotto i piedi. È un cazzottone forte allo stomaco”. Della sua malattia “non si sapeva e non si sa nulla. Aveva preso la scelta di non far soffrire, il massimo della riservatezza. È andata via in punta di piedi come i grandi, come Ennio Morricone. Oltretutto lei detestava le celebrazioni, non era per il passato. Credeva di non smuovere l’aria così facendo, invece il dolore collettivo per questa figura luminosa ha preso il sopravvento pure su di lei”.

Avatar

Riguardo l'autore Redazione

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.