Catania, per ‘Università bandita’ 45 persone rinviate a giudizio: ci sono Bianco, Licandro e la figlia dell’ex procuratore

Catania, per ‘Università bandita’ 45 persone rinviate a giudizio: ci sono Bianco, Licandro e la figlia dell’ex procuratore

Il Gup Simona Ragazzi ha rinviato a giudizio, per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, 45 persone nell’ambito dello stralcio dell’inchiesta ‘Università bandita’ della Procura su presunti concorsi truccati all’ateneo di Catania.

A processo andranno docenti etnei e di diverse facoltà italiane, l’ex procuratore Vincenzo D’Agata, la figlia docente universitaria, l’ex sindaco Enzo Bianco e l’ex assessore comunale e professore universitario Orazio Licandro.

La prima udienza del processo si terrà il 15 giugno 2022, nella seconda aula bunker del carcere di Bicocca, davanti la terza sezione penale del Tribunale Il 22 settembre scorso il Gup Marina Rizza aveva rinviato a giudizio gli ex rettori Francesco Basile e Giacomo Pignataro e altri sette docenti imputati del filone principale dell’inchiesta.

La deputata del gruppo Misto Simona Suriano è intervenuta sul rinvio a giudizio dei 45 soggetti nell’ambito dello stralcio dell’inchiesta Università Bandita sui presunti concorsi truccati nell’ateneo di Catania.

“Finalmente la giustizia potrà accertare queste accuse che se confermate in giudizio darebbero un colpo mortale a un’intera classe dirigente e all’immagine dell’ateneo. Tali accuse rappresentano già una ferita aperta: chi avrebbe dovuto dispensare sapere e cultura invece avrebbe favorito gli amici degli amici.

Per non parlare del ruolo che secondo la procura avrebbero avuto ex amministratori della città come il sindaco Bianco e l’allora assessore Licandro. Su quest’ultimo ho presentato uno dei miei primi atti da parlamentare per capire i termini della selezione pagata profumatamente che ha permesso all’ex assessore di insegnare a Catania”, afferma Suriano- “Credo che questo processo, al di là della indignazione del momento – conclude la deputata – debba fare aprire un serio dibattito in città sull’Università. E’ necessario che la comunità nei suoi gangli vitali e culturali affronti ciò che è accaduto a tutela dell’ateneo. Un ateneo che ha una storia plurisecolare e che continua ad attirare studenti da tutta l’Isola e non solo. Non si può e non si deve far passare questo processo in secondo piano ma auspico che le istituzioni e le forze sane della città aprano un percorso in grado di analizzare una situazione di eccezionale gravità che ha lacerato l’immagine di Catania”.

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