Arrestato ‘Grazianeddu’ Mesina: il bandito sardo era latitante dal luglio 2020

Arrestato ‘Grazianeddu’ Mesina: il bandito sardo era latitante dal luglio 2020

Graziano Mesina, 79 anni, noto anche come Grazianeddu, il più famoso esponente del banditismo sardo, è stato rintracciato e arrestato nel corso della notte dai carabinieri del Ros, con il supporto in fase esecutiva del Gis, del comando provinciale carabinieri di Nuoro e dello squadrone eliportato Cacciatori di Sardegna.

Mesina era latitante dal luglio 2020, quando si era sottratto a un provvedimento di esecuzione pena a 24 anni di reclusione, emesso dalla procura generale presso la Corte di Appello di Cagliari. Mesina non era armato e non ha opposto resistenza.

Ex primula rossa del banditismo sardo, conosciuto tanto per le sue rocambolesche evasioni che per il ruolo di mediatore in un rapimento famoso, quello del piccolo Farouk Kassam.

Graziano Mesina è il più conosciuto bandito sardo, inserito anche nella lista dei latitanti più pericolosi varie volte, l’ultima dopo la sua fuga nel luglio 2020. Nella sua lunga carriera criminale sulla sua testa vennero anche poste taglie milionarie. Penultimo di undici figli di un pastore di Orgosolo, Grazianeddu fu arrestato la prima volta a 14 anni, nel 1956, per porto d’armi abusivo dato che aveva un fucile rubato. Quattro anni dopo un altro arresto, per aver sparato in strada, e la prima delle sue dieci evasioni riuscite: comprese quelle tentate, sono sinora ventidue.

Il primo reato grave, un tentato omicidio, è del dicembre sempre del 1960; la vittima è lo zio di un uomo che, per la famiglia Mesina, ha tentato di incastrare i fratelli di Graziano in un omicidio.

Una faida tra famiglie lo portò sul banco degli imputati come esecutore di un omicidio, quello di Andrea Muscau, nel bar «Cavanedda», a Orgosolo. L’anno prima sarebbe stato sempre Mesina a ferire Luigi Mereu, altro avversario in una storia di sequestri e delazioni. Gli costarono tra le condanne più pesanti della sua lunga storia giudiziaria. Anche perché alla fine, con altre sentenze e ulteriori anni di reclusione, i giudici lo condannarono all’ergastolo.

EVASIONI E FUGHE D’AMORE.

La seconda fuga risale al maggio del 1962, quando durante un trasferimento dal penitenziario di Sassari Grazianeddu si lanciò da un treno in corsa. La libertà durò poco: Mesina fu stato catturato dopo un lungo inseguimento. Dello stesso anno è la terza evasione, questa volta dall’ospedale di Nuoro dov’era ricoverato. Per sfuggire alla cattura Mesina era rimasto nascosto due giorni e due notti in un grosso tubo nel cortile del presidio.

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