Adrano, la festa-focolaio del liceo Scientifico. Uno studente: “Siamo pentiti di avere partecipato. In una chat tutti i contagiati”

Adrano, la festa-focolaio del liceo Scientifico. Uno studente: “Io e altri pentiti per avere partecipato. In una chat tutti i contagiati”

È stata la ‘festa del focolaio’ che ha riacceso i contagi tra Adrano e Biancavilla:

in queste settimane si è fatto un gran parlare della festa organizzata dagli studenti del liceo Scientifico di Adrano che ha chiamato a raccolta centinaia di ragazzi. La serata danzante si è svolta il 23 dicembre scorso alla “Ecs Dogana” di Catania e si è conclusa – per così dire – con la corsa nelle farmacie di molti liceali per effettuare dei tamponi, molti dei quali hanno dato esito positivo.

Il Corriere Etneo ha incontrato uno studente presente alla festa del liceo Scientifico, il quale spiega che ciò che lo ha spinto a partecipare è stata l’adesione della maggior parte dei compagni e il desiderio di poter vivere dei classici ricordi della scuola. Anche lui, dopo la festa, è risultato positivo al covid. La sera della festa, secondo il suo parere, sarebbe stato opportuno effettuare anche dei tamponi all’ingresso del locale, oltre all’avvenuta verifica del green pass.

Aggiunge che i controlli all’interno del locale si sono svolti regolarmente: “Chi non aveva la mascherina, non poteva entrare e tutti avevamo il green pass, in quanto vaccinati”.

I genitori degli studenti erano favorevoli a questa festa?

Non lo so, non saprei dirtelo. I genitori erano contrari a prescindere dal covid perché magari, avendo alcuni di loro dei figli dell’età di quattordici anni, avevano il timore che succedesse qualcosa. Loro hanno immaginato questa festa come una tipica serata in una discoteca classica, all’aperto, dove può capitare ti mettano una pillola nel bicchiere. Ma in realtà eravamo solo noi studenti dello Scientifico.

La tua famiglia era d’accordo che tu partecipassi?

Non proprio, mi hanno detto di evitare. Mio padre me lo diceva di non andare.

Nessuno studente ha fatto il tampone prima della festa?

So che alcuni lo hanno fatto, semplicemente perché a volte il loro green pass non funziona – forse perché lo hanno ottenuto da poco.

Cosa è successo dopo il 23 dicembre?

Si è diffusa la notizia che c’erano dei positivi al covid tra gli studenti. Ci conosciamo tutti, anche solo di vista, allora, pensando di essere stati a contatto l’uno con l’atro quella sera, in molti abbiamo deciso di fare un tampone, per essere sicuri di non essere stati contagiati. È anche uscita una lista di tutti i contagiati, che hanno fatto girare tra gli studenti e nella quale, per sdrammatizzare un po’, hanno inserito anche i nomi di Chiara Ferragni e Fedez.

Che tu sappia, erano tutti vaccinati gli studenti?

Sì, non potevi entrare senza un green pass per vaccinati. Penso, però, che sarebbe stato lecito fare un tampone, per sicurezza, perché il green pass non ti assicura che sei negativo. Credo sia questo che non capiscono i locali. Anche adesso che rientreremo a scuola, ci vorrebbero i tamponi. In generale, non c’è una buona organizzazione per monitorare i contagi, in tutte le situazioni.

Col senno di poi, ti sei pentito di aver preso parte alla serata?

Una buona parte di me sì, è pentita, ma penso che avrei potuto prendere il virus a prescindere da questa festa. I contagi non credo siano aumentati a causa nostra, in generale tutta Catania è piena e molte persone erano positive prima della festa. Certamente, se non fossimo andati alla festa, avremmo evitato di contagiarci.

Dopo la serata alla “Ecs Dogana”, avete parlato tra di voi?

Molti se ne sono pentiti, come me. Forse una piccola parte di me non ha prestato molta attenzione perché è l’ultima festa prima della maturità. Certamente, se avessi avuto dei sintomi gravi, mi sarei pentito totalmente di aver partecipato alla festa.

Gli organizzatori della festa hanno detto qualcosa?

Che io sappia, no. Non si è parlato della festa, sarebbe stato pesante. Tra noi studenti abbiamo discusso di altro, di come abbiamo trascorso la quarantena.

C’è stato qualche studente che, nonostante le ripercussioni che ha avuto l’evento, ha dimostrato menefreghismo?

Sì, magari c’è stato qualcuno che se n’è fregato. Ma sono persone che, possibilmente, non credono neanche al covid. Fortunatamente, nella mia scuola non conosco persone che la pensano così. Mi dà fastidio questo modo di pensare, non puoi dire che non esiste il covid, quando ci sono persone che sono morte e i parenti che ancora stanno soffrendo. L’ignoranza è una brutta bestia. C’è gente che, nonostante abbia i sintomi, se ne frega. Questa è inciviltà, succede sempre, purtroppo.

A scuola come si vive la pandemia?

I professori ci avevano sconsigliato di andare alla festa, dicendoci che i contagi stavano aumentando e che sarebbe stato pericoloso per le nostre famiglie, soprattutto in vista del Natale che stava arrivando. Io ho passato il Natale da solo, nonostante non sapevo ancora di essere stato contagiato. A scuola siamo tranquilli, indossiamo le mascherine e non facciamo nemmeno la ricreazione – ci danno cinque minuti alla fine di ogni ora, ma non possiamo alzarci dal posto.

Tu come hai vissuto e continui a vivere la pandemia?

Sono sempre stato attento in questi due anni. Ultimamente mi rendo conto che ho un po’ allentato, nel senso che mi sono concesso un po’ di libertà. Non sono mai uscito in questi due anni e in quelle poche volte che uscivo stavo attento a dove andavo. Spesso i miei amici mi proponevano di andare da qualche parte, ma io rifiutavo sempre, per non creare assembramenti e per non rischiare di contagiarmi. Anche per questa festa del 23 dicembre, ho pensato di non andare, ma mi sono anche detto – sapendo anche che i miei compagni andavano – che, forse, mi stavo un po’ rovinando la vita, che stavo rinunciando a troppe cose. E poi, mi sono beccato le conseguenze! In ogni caso, continuo ad evitare situazioni in cui ci sono troppe persone – anche i miei amici lo fanno – non solo per me stesso, ma perché penso che poi torno a casa dai miei familiari.

Alla fine dei conti, è stato un errore partecipare alla festa del 23 dicembre?

Sicuramente abbiamo una grande responsabilità. Adesso si dice che tutti questi contagi sono stati causati da noi, colpevolizzandoci un po’ troppo, ma c’è dell’altro. Tanta gente va al bar senza mascherina o fa assembramenti a casa. Il covid gira ovunque, ma abbiamo dato il nostro contributo, certo. Ci meritiamo questa colpa, ma non nella maniera in cui se n’è parlato.

Dopo questa esperienza, credi che verranno ancora organizzati altri eventi quest’anno?

Non penso proprio. Io, in ogni caso, non ci andrò.

Emanuela La Mela

Riguardo l'autore Emanuela La Mela

“Scienziata” della comunicazione e storica, nasce in un afoso agosto tropicale, poco prima della caduta del muro di Berlino. Cyndi Lauper e il jolly invicta resteranno sempre parte di lei. Nella vita si occupa di editing, correzione di bozze e giornalismo. Scrive di musica e cinema dal 2012. Non riesce a smettere di guardare Chi l’ha visto? e ama le cinéma français.

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