Covid, positivo un bebè su 50 nati da mamme contagiate: rischio parto prematuro per gestanti

Covid, positivo un bebè su 50 nati da mamme contagiate: rischio parto prematuro per gestanti

«Un bebè su 50 nati da mamme con Covid si ritrova positivo al virus nei primi giorni di vita dopo il parto.

Difficile stabilire se si sia contagiato prima della nascita, durante il parto o dopo, magari durante l’allattamento. In ogni caso il problema non riguarda tanto i bambini che nascono a termine positivi, ma i casi in cui, per la malattia Covid materna, bisogna farli nascere prematuri: lì diventa più problematico perché, se si propone anche l’infezione, oltre che la prematurità, diventa tutto più complesso». A spiegarlo all’Adnkronos Salute è Enrico Ferrazzi, direttore Ostetricia della Clinica Mangiagalli-Policlinico di Milano.

«I dati – sottolinea – ci dicono che le gestanti con Covid hanno il doppio del rischio di parto prematuro: se normalmente questo è intorno al 5-6%, nelle signore con l’infezione è il 10-11%. A maggior ragione l’indicazione per le donne incinte è a vaccinarsi, per evitare condizioni che potrebbero portare a nascita prematura».

Sono tanti i progetti di ricerca su cui gli esperti della Mangiagalli stanno lavorando.

«Soprattutto ci interessa capire aspetti relativi alla placenta e a questo virus», prosegue Ferrazzi.

Sul tema è stato anche pubblicato uno studio sul `The Journal of Clinical Investigation´, firmato da esperti dell’Irccs, fra cui Ferrazzi stesso (prima firma Fulvia Milena Cribiù). Nel lavoro uscito nel 2021 si sottolinea che sui casi esaminati «non è stata trovata prova di trasmissione verticale di Sars-CoV-2 in nessun neonato», il che suggerisce «che la placenta potrebbe essere un’efficace barriera materno-neonatale anche in presenza di una grave infezione». Ma, si legge nel testo, «le nostre osservazioni suggeriscono che un grave danno placentare indotto dal virus può essere dannoso per il neonato indipendentemente dalla trasmissione verticale».

Lo studio «era su circa 40 casi – commenta Ferrazzi – e abbiamo visto che in quasi la metà delle placente delle mamme positive Sars-CoV-2 era rilevabile, ma solo in 3 casi il virus aveva una carica tale che la placenta non è riuscita a contenere».

Un altro filone su cui gli esperti si stanno concentrando riguarda i bambini che nascono da mamme con l’infezione:

«Cerchiamo di tenerli in un controllo longitudinale allungato – rimarca il primario – per essere sicuri che, anche se non hanno avuto sintomi clinici, il virus non dia loro qualche svantaggio funzionale. Ci vorrà qualche anno, perché si tratta di vedere in età scolare se la coorte di bimbi positivi ha delle performance diverse».

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