”Più voci parlano, maggiore è il disorientamento della cittadinanza, che poi incolpa i medici da talk-show di creare confusione”.
Questo il cruccio del presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), Giorgio Palù, che in un’intervista a Libero spiega che “avremo altre pandemie, visto che stiamo alterando il pianeta e i suoi ecosistemi e violando nicchie ambientali dove gli animali selvatici vivevano in isolamento”.
Di poche apparizioni televisive, l’ex preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Padova preferisce “spiegare il fascino della virologia” attraverso i libri, con «Virosfera», scritto per la Nave di Teseo con il collega professore Massimo Clementi, uscito l’anno scorso, il secondo, in uscita ad aprile, tratta prevalentemente dell’origine del virus, delle conquiste della virologia al tempo del Covid-19 e della lezione che l’epidemia ci ha consegnato per il futuro. “Ci salva – afferma – il fatto che il salto dall’animale all’uomo è rarissimo, ma capita”.
Le lezioni che ci ha dato l’epidemia, “per il nostro Paese sono la necessità di investire in ricerca di base e in ricerca e sviluppo industriale per approntare nuovi farmaci e vaccini come stanno facendo i nostri partner Europei. La seconda è l’importanza di riorganizzare l’assistenza territoriale. Bisogna ricominciare a curare in casa, soprattutto patologie ad alta trasmissività. Il Covid è stata anche un’epidemia nosocomiale, con positivi ricoverati che infettavano altri ospedalizzati e personale sanitario, con un contagio che dall’ospedale si trasferiva alla comunità. Sicuramente c’è carenza di medici in alcune specializzazioni (pediatria, anestesia e rianimazione, radiologia, chirurgie…), ma l’Italia, con i suoi 42mila medici generici, uno ogni 1.400 abitanti, ha un rapporto medico/assistito identico a quello della Germania e solo di poco inferiore a quello della Francia. Come previsto anche dal PNRR, è necessaria una riorganizzazione delle funzioni dei medici generici e delle strutture della medicina territoriale oltre a una digitalizzazione della medicina in genere: fascicolo sanitario, analisi di big data relativi a parametri clinici ed epidemiologi, indicatori di consumo”.
Per prevenire la prossima, inevitabile, pandemia – avverte Palù – bisogna investire in virologia evoluzionistica, quella che analizza come i virus animali si interfacciano all’uomo e all’ambiente e indaga su quali hanno potenziale pre-pandemico, possono cioè fare il salto di specie e infettarci. È meno improbabile di quanto si pensi, se si considerano le 3500 specie murine e di chirotteri presenti sul pianeta (tutti mammiferi) che hanno un genoma alquanto simile al nostro e che albergano milioni di virus ancora sconosciuti”. Il presidente dell’Aifa parla poi dei no vax: “Molte distorsioni della verità, causa di pregiudizi (pregiudizi di conferma, di omissione…) hanno origine da una cattiva informazione, oggi incontrollabile in quanto viaggia nell’etere, che ha conseguentemente dato dignità anche alle cosiddette fake news. Non hanno fatto bene le verità apodittiche dette solo per tranquillizzare o per orientare la popolazione. Se si fosse ben spiegato, specie sui vaccini, che la scienza mette sempre in discussione i propri risultati e non arriva mai a principi assoluti, la gente non si sarebbe messa a cercare risposte su internet. Quanto alle previsioni, non è serio farne. È probabile che l’emergenza pandemica si esaurisca, visto che tutte le pandemie storicamente hanno una durata limitata nel tempo, ma non si può escludere che si perpetui con l’emergere di nuovi mutanti virali. Quello che sembra lo scenario più verosimile è che la pandemia diventi un’infezione endemica”.