Paternò, il Castello Normanno illuminato: i distinguo di Archeoclub e SiciliAntica

Paternò, il Castello Normanno illuminato: i distinguo di Archeoclub e SiciliAntica

I lavori in corso all’esterno del Castello Normanno con la collocazione, nella parte alta di esso, dei supporti in ferro contenenti le luci destinate ad illuminare le 4 facciate del dongione, non sono stati accolti positivi da alcune associazioni non profit.

Ricordiamo si tratta di interventi finalizzati, nelle intenzioni dell’attuale amministrazione comunale, a valorizzare l’intera la Collina storica visto che l’intera area da settimane è oggetto di lavori di ripristino della pubblica illuminazione.

I lavori, ha specificato alle varie testate giornalistiche del territorio l’assessore Luigi Gulisano, sarebbero stati autorizzati dalla soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Catania, ma con determinati accorgimenti “dettati” dallo stesso ente che tutela il patrimonio culturale etneo.

Paternò, il Castello Normanno illuminato: i distinguo di Archeoclub e SiciliAntica“Illuminare un monumento – si legge in una nota di Archeoclub d’Italia sezione Ibla Major di Paternò- è un vero e proprio progetto di narrazione dell’architettura, significa rendere iconico uno spazio, un luogo. Significa modellare, plasmare, enfatizzare, riscrivere il palinsesto dei segni che costituiscono l’edificio: cornici, paraste, bucature, tessiture, orientamenti. Illuminare è come disegnare una nuova scena, inattesa e teatrale. Una modernità necessaria che deve essere garbata, prudente, mimetizzata, fino a sembrare eterea. Una luce che si rende visibile senza mostrare la sua fonte. Illuminare significa generare un nuovo paesaggio, diurno e notturno. A noi pare che questo non sia il risultato ottenuto nella torre normanna- continua la nota stampa- Ma possiamo essere pazienti ed aspettare le possibili evoluzioni e rimodulazioni. Speriamo solo che il Parco archeologico e paesaggistico di Catania e della Valle dell’Aci e la soprintendenza di Catania siano garanti di questo processo, attenti alla qualità complessiva e non vittime inconsapevoli di una svista. Restiamo in attesa degli sviluppi, certi che l’obiettivo non è la spettacolarizzazione del monumento, non è l’ostentazione di se stesso come icona del grottesco ma il desiderio di narrare la sua vibrazione chiaroscurale, la sua misura nella storia” conclude Archeoclub.

La sezione locale di SiciliAntica ha evidenziato che è ben accetto “un intervento finalizzato all’illuminazione del monumento simbolo della nostra città. Tuttavia riteniamo che l’illuminazione debba rispondere a certi requisiti che rispettino il contesto del monumento e che pertanto lo valorizzino al meglio. L’illuminazione esterna dei monumenti può essere realizzata in diversi modi: mediante proiettori posti ad adeguata distanza rispetto all’ampiezza del fascio, evitando di stravolgere l’architettura dell’edificio e senza alterare la lettura dei rapporti tra i vari elementi presenti nell’ambiente intorno; o ancora con corpi illuminanti solitamente posizionati su pali, a terra, su edifici circostanti o sulle facciate stesse, dando un effetto di illuminazione radente che enfatizza i rilievi delle superfici. Il principio guida, tuttavia, è pur sempre quello di renderli il meno visibili possibile all’osservatore- ha proseguito SiciliAntica- In base a quanto detto, si potrebbe trovare una valida alternativa per la nuova illuminazione monumentale del Castello Normanno, dal momento che la vistosa struttura di sostegno dei corpi illuminanti risulta alquanto “invasiva”. Auspichiamo, in quanto associazione, che le opere attualmente presenti sul nostro dongione possano considerarsi non definitive, ma elemento temporaneo e provvisorio, usato come test di illuminazione”.

Foto: SiciliAntica Paternò

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