Il video indecente di Cateno De Luca: l’attacco verbale al giornalista politico (RIVEDILO)

Il video indecente di Cateno De Luca: l’attacco verbale al giornalista politico (RIVEDILO)

«Il video di Cateno De Luca in cui vengono attaccati il collega Giacinto Pipitone e il Giornale di Sicilia è offensivo nei contenuti e nei toni oltre stupefacente e sconcertante per la violenza verbale con cui si esprime il proprio dissenso verso un articolo pubblicato su gds.it.

Al collega Pipitone, attento e scrupoloso cronista di politica, e ai colleghi del Giornale di Sicilia, va tutta la solidarietà di Assostampa Sicilia, il sindacato unitario dei giornalisti». Così in una nota la segreteria regionale di Assostampa, che aggiunge: «Parole pesanti che non fanno altro che esacerbare i toni e gli animi e che puntano a intimidire e minacciare il diritto dei cittadini ad una informazione libera».

L’invettiva del candidato alla presidenza della Regione è “andata in onda” nel corso di una diretta sui social, nel corso della quale ha offeso ripetutamente l’autore della nota, il giornalista Pipitone, e la testata giornalistica.

«C’è da rabbrividire al pensiero che un tipo come Cateno De Luca – che utilizza il registro dell’offesa per difendere le sue ragioni, la sguaiataggine come cifra politica e i toni minacciosi per ribattere a quello che lui ritiene essere un errore giornalistico – ambisca a diventare il presidente della Regione. Le ingiurie e le offese al collega Giacinto Pipitone, cronista parlamentare di grande valore, lasciano il tempo che trovano e forse sarà un tribunale a decidere se configurino un reato».

Così, in una nota, il Comitato di redazione del Giornale di Sicilia. «Il racconto in progress sul destino delle liste elettorali, pubblicato sulla versione online del giornale – prosegue la nota – aveva prima segnalato qualche criticità per le formazioni di De Luca; poco dopo, però, l’aggiornamento del nostro sito internet dava conto del fatto che i rilievi nei tribunali potevano essere superati. Chi è abituato alle cose della politica e dell’informazione sa perfettamente che siamo di fronte a dinamiche abituali, persino banali, quando si segue la cronaca minuto per minuto. De Luca fa finta di non saperlo e sceglie un’ingiustificabile e inqualificabile linea di aggressione attraverso un video su Fb farneticante e che non gli fa onore. Si permette perfino di speculare sulle difficoltà del mondo dell’informazione durante la pandemia che ha colpito duramente i colleghi, al pari di tutti gli altri lavoratori. Ma i giornali e i giornalisti sono presidio di democrazia e civiltà. Lavorano sempre per la libertà. Per garantirla anche a un personaggio che sogna di diventare il conducator della Sicilia a suon di parolacce», conclude la nota del Cdr del quotidiano.

L’ESPOSTO DI DE LUCA ALLA PROCURA

«Abbiamo presentato un esposto per illecito deontologico nei confronti di Pipitone alla Procura della Repubblica del tribunale di Palermo e al Consiglio di disciplina dell’ordine dei giornalisti riservandoci di chiedere il risarcimento danni patrimoniali e non patrimoniali». È quanto si legge in una nota congiunta del leader di «Sud chiama Nord» Cateno De Luca e del candidato alla presidenza della Regione Siciliana e del presidente del Movimento Ismaele La Vardera. Dopo la pubblicazione della notizia, si legge nella nota, «De Luca è stato sommerso da una serie di richieste di riscontro ad opera di altri giornalisti, di operatori del settore e, non ultimo, anche da parte degli stessi candidati nelle liste asseritamente escluse che chiedevano a gran voce e con preoccupazione se la notizia era confermata». Per De Luca e La Vardera l’accaduto «è un fatto gravissimo e inaccettabile». «Siamo da mesi in campo con iniziative di vario genere – si legge, tra l’altro, nella nota – per le quali difficilmente la stampa ha trovato spazio. Ce ne siamo fatti una ragione, andiamo avanti ugualmente. Ma certamente non possiamo accettare di essere vittime di una campagna di disinformazione che rientra evidentemente in un disegno più grande il cui obiettivo è oscurarci».

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