Catania, al Palaspedini i migranti sbarcati ieri da due navi al porto: e Humanity valuta ricorso al TAR

Catania, al Palaspedini i migranti sbarcati ieri da due navi al porto: e Humanity valuta ricorso al TAR

Prima notte senza migranti a bordo per le due navi di Ong, la Humanity 1 e Geo Barents di Medici senza frontiere, ormeggiate, rispettivamente, da sabato e domenica scorsi nel porto di Catania.

Tutte le persone che erano rimaste a bordo sono state fatte sbarcare ieri sera e portate in un impianto sportivo di proprietà del Comune, il Palaspedini, accanto allo stato Angelo Massimino.

Geo Barents, ha annunciato ieri il capo missione Juan Mattias Gil, dopo un giorno di riposo e «il tempo di fare rifornimento», «ritornerà in mare a salvare vite umane» nonostante il decreto ministeriale sulle ong perché, ha spiegato, «non ci possiamo fermare».

La posizione di Sos Humanity sarà resa nota oggi durante una conferenza stampa prevista per le 11 al molo di Levante. La Cgil Sicilia, invece, ha annunciato che non si terrà il presidio di protesta `Facciamoli scendere´ che era stato annunciato per le 17 oggi nel porto di Catania a sostegno delle due navi ong.

Decaduto, per cessato motivo del contendere, il ricorso al Tribunale civile di Catania, i legali della ong Sos Humanity stanno ancora valutando se presentarlo invece Tar del Lazio sul verbale notificato al comandante per andare via con la nave e le 35 persone rimaste a bordo che erano stati fatti scendere 144 migranti valutati `fragili´.

«La contestazione sul verbale – spiega l’avvocato Riccardo Campochiaro – è anche una contestazione sul decreto ministeriale che, secondo pareri di illustri giuristi italiani e internazionali, fa acqua da tutte le parti. E un provvedimento del Tribunale amministrativo regionale sarebbe decisivo sulla sua applicazione. Abbiamo tempo: la legge prevede 60 giorni per la presentazione di un ricorso». Il legale segnala, intanto, che «la sanzione prevista, di 50mila euro, non potrà essere applicata alla Humanity 1 perché lascerà il porto di Catania». Sul ricorso al Tribunale civile etneo, l’avvocato Campochiaro, ribadisce che è cessato: «l’emergenza è venuta meno, non esiste l’oggetto del contendere». «Eppure – aggiunge – sarebbe stata una bella pagina di giustizia civile: era la sede in cui si poteva certificare che chi chiede di avere riconosciuto lo status di profugo deve essere fatto scendere e accolto, sempre e comunque».

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