Paternò, geosito Salinelle in uno stato pietoso. Plastic Free: “La città non ha voglia di trovare soluzioni”

Paternò, geosito Salinelle in uno stato pietoso. Plastic Free: “La città non ha voglia di trovare soluzioni”

Il geosito delle Salinelle continua a versare in un stato pietoso nonostante lo scorso 2 ottobre oltre 300 volontari di diverse associazioni,

in una giornata organizzata da Plastic Free Onlus, hanno proceduto alla bonifica del sito da rifiuti di ogni tipo, raccogliendo in circa 300 sacchi la spazzatura trovata e accatastando in un’area ad hoc i rifiuti ingombranti  tra cui decine di pneumatici consumati.

Paternò, geosito Salinelle in uno stato pietoso. Plastic Free: “La città non ha voglia di trovare soluzioni”

Sacchi di rifiuti e ingombranti che successivamente avrebbero dovuto essere rimossi dalla Dusty società che gestisce il servizio rifiuti in città.

Allo stato attuale altra immondizia è presente nel sito, parte della quale si trova anche nei vulcanetti che in questo periodo sono particolarmente attivi.

Meno di 48 ore addietro, un incendio di vaste proporzioni, appiccato con ogni probabilità da mano umana, ha divorato degli pneumatici che si trovavano su una delle strade del sito delle Salinelle, rendendo l’aria irrespirabile.

Secondo Plastic Free quei pneumatici andati in fumo sono gli stessi che lo scorso 2 ottobre i volontari hanno trovato e lasciato in quel tratto di strada in attesa che venissero rimossi dalla Dusty:

“Non amiamo di certo la polemica, non amiamo sentirci un peso a cui dover dare il contentino ma abbiamo sempre fatto tutto per amore del nostro pianeta e del luogo in cui viviamo e ci siamo sempre sentiti un valore aggiunto perchè in fondo ogni proposta è sempre stata diretta al bene comune- dicono su un post i volontari di Plastic- Free -.  Ci sono però realtà che non amano il proprio territorio, Paternò non ama il bene che amministra e non ha alcuna voglia di trovare soluzioni insieme a chi, per spirito volontario, si spende sacrificando il proprio tempo. Trecento volontari non sono bastati per il sindaco Nino Naso, per Luigi Gulisano a far capire che la cura dell’ambiente e del benessere dei cittadini è assolutamente un dovere.  I rifiuti raccolti da 300 persone, piegati e in ginocchio, in quella giornata del 02 ottobre 2022 sono rimasti lì. L’area che, come promesso, sarebbe stata chiusa alle auto è sempre rimasta aperta e oggi ci siamo sentiti piccoli, molto piccoli quando abbiamo saputo del vasto incendio di materiale inquinante”.

Il sindaco Nino Naso in un’intervista rilasciata all’emittente “Video Star” ha replicato che quei rifiuti e pneumatica, da quanto informato dagli uffici sono stati rimossi; i copertoni andati a fuoco sono altri lasciati da ignoti successivamente.

Sulla vicenda interviene anche il gruppo politico “Voce”.

“Sembra la solita tragicommedia nasiana a cui siamo stati abituati in questi anni ma, ancora una volta, c’è poco da ridere e tanto per cui rammaricarsi. L’incendio di ieri alle Salinelle ha bruciato i rifiuti raccolti durante la giornata di bonifica organizzata da Plastic Free. Nonostante siano trascorse 24 ore, l’indignazione per quanto accaduto non si placa, anzi è amplificata dal silenzio degli enti preposti, dai quali si pretendono spiegazioni per quanto avvenuto.  Il silenzio non è una risposta! Il silenzio è il miglior amico dell’indifferenza e del mancato cambio di mentalità di questa città. Questi gesti rischiano di rendere vano il lavoro dei tanti cittadini e volontari, che ogni giorno fanno tanti sacrifici per garantire un presente e un futuro migliore alla nostra Paternò. Proprio per questo motivo ci teniamo a lanciare un messaggio di supporto e sostegno a chi ancora, come noi, ha deciso di non darsi per vinto. Ieri è stata una giornata davvero triste ma come comunità, a prescindere dalle ideologie e dalle fazioni politiche, dobbiamo reagire con forza” Intanto per quanto riguarda il sito della Salinelle la soprintendenza ai beni culturali di Catania ha avviato la procedura per l’affidamento dei lavori per la riqualificazione del geosito. Importa a base d’asta di poco di un milione di euro.

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