Bagheria, confermato il fermo della 17enne matricida: sabato i funerali dell’insegnante

Bagheria, confermato il fermo della 17enne matricida: sabato i funerali dell’insegnante

Il Tribunale dei minori di Palermo ha convalidato il fermo della 17enne accusata di avere uccisa la madre strangolandola.

La giovane, durante il primo interrogatorio, ha confessato il delitto della madre, avvenuto a Bagheria la notte tra il primo e il due gennaio, al termine di una lite. Il gip Alessandra Puglisi ha disposto per la studentessa il collocamento in una comunità protetta. Durante l’udienza di convalida la ragazza ha confermato quanto già detto nel primo interrogatorio davanti alla Procuratrice Claudia Caramanna. L’autospia ha confermato la morte per soffocamento. Anche se non è chiaro se la vittima abbia assunto o sia stata costretta ad assumere psicofarmaci.

Gli agenti della squadra mobile stanno proseguendo nelle indagini per cercare di chiarire alcuni punti oscuri della vicenda. Sono stati sentiti i vicini di casa, molti dei quali legati da un rapporto di parentela con la vittima e la giovane e quanti conoscevano sia la madre che la figlia. In tanti hanno raccontato dei dissidi nati nell’ultimo periodo tra il genitore e la studentessa. Il padre di origini polacche le aveva lasciate molti anni fa. Pare che la figlia non avesse più intenzione di restare in casa con la madre. I funerali saranno celebrati sabato prossimo alle ore 11.00, nella chiesa di San Giovanni Bosco a Bagheria in via Dante Alighieri.

«Conoscevo bene l’insegnante morta a Bagheria. Per una decina di anni ha svolto servizio di volontariato al centro San Saverio di Palermo insieme ad altre due insegnanti della sua città. Era un gruppo fantastico che riusciva con dedizione a comunicare con i ragazzi del quartiere Ballarò. Era un’educatrice che aveva tanto entusiasmo e metteva amore in quello che faceva. Non riusciamo ancora a comprendere come sia potuto succedere. Quell’insegnante ha subito un enorme torto». Padre Cosimo Scordato ricorda così gli anni trascorsi dall’insegnante al centro san Saverio, nel ritiro San Pietro. Anni in cui la donna uccisa dalla figlia ha trascorso per dare una grossa mano di riscatto ai giovani non sempre semplici del quartiere.

«Bisogna sapere di più della figlia. Cosa le è passato per la testa. Quali influenze esterne ha avuto. Quali drammi ha subito con l’abbondono del padre. – aggiunge Scordato – Senza puntare il dito, ma sempre per comprendere. Chi ha conosciuto l’insegnante non riesce ancora a credere che avesse mai potuto avere problemi con la figlia. Con gli adolescenti riusciva a legare a farli parlare a sorreggerli nel loro cammino non sempre semplice. Aveva una gioia di vivere, sempre pronta al sorriso. Era una donna eccezionale. Una volta per amalgamare il gruppo degli operatori siamo andati a Roma per un convegno. Anche lei vi ha preso parte. È stata un’esperienza meravigliosa per tutti. Qui al centro siamo tutti costernati. Perché non riusciamo a comprendere quello che è potuto succedere in quella casa. Purtroppo si tratta di una sconfitta. Non doveva finire così. Sarà una grande perdita per tutti quelli che l’hanno conosciuta. Per questo sabato sarò in chiesa e concelebrero’ la funzione. Voglio testimoniare chi era e cosa ha fatto questa grande donna».

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