Adrano, 70 anni fa moriva il Prevosto Pietro Branchina: sabato una messa per ricordare il religioso e insigne musicista

Adrano, 70 anni fa moriva il Prevosto Pietro Branchina: sabato una messa per ricordare il religioso e insigne musicista

di Ivan Raiti*

Sabato 11 febbraio alle ore 17 presso la chiesa di Santa Lucia di Adrano verrà celebrata una messa per ricordare il 70° anniversario dalla morte del caro Prevosto Pietro Branchina.

Ancora oggi questa figura è molto cara alla sua città natale perché, oltre ad essere stato parroco della chiesa Madre, viene ricordato anche come l’autore del rientro delle reliquie del Patrono San Nicolò Politi. Oltre al suo ministero sacerdotale svolto ad Adrano, è doveroso ricordarlo anche per la sua lunga carriera di musicista e compositore. Purtroppo, se per i suoi concittadini, ancora oggi è giustamente motivo di orgoglio, tuttavia, non possiamo non rammaricarci del fatto che la fama di questo illustre compositore, rimane circoscritta nel territorio adranita e solo tra le generazioni più adulte.

Solo queste ultime, infatti, conoscono e ricordano ancora alcune delle sue composizioni come la famosa “messa Regina Pacis” o il canto alla Madonna Prima della Comunione “Io ti chiedo il pan degli Angeli”; per i giovani invece questi titoli non dicono niente. Io stesso, in quanto musicista e studioso di musica per organo, fino a due anni fa non avevo idea di chi fosse Pietro Branchina e soprattutto non conoscevo l’importanza che ebbe la sua figura per la musica liturgica siciliana. E non basta la mia giovane età a giustificare questo vuoto culturale. Per mia fortuna un giorno in occasione della solennità del Corpus Domini mi fu chiesto di suonare il famosissimo “Io ti chiedo il pan degli Angeli”, di cui apprezzai la particolare dolcezza nel connubio tra melodia e testo. Iniziai così a cercare altre notizie su Pietro Branchina e le mie ricerche, forse anche guidate dalla Provvidenza, mi portarono a reperire tante informazioni importanti sul suo conto.

Questo lavoro di ricerca non è rimasto fine a sé stesso ma alla fine sta confluendo tutto nella mia tesi di laurea magistrale in organo che ho appunto voluto dedicare a lui. Inutile dire che questo lavoro è stato per me un’esperienza molto formativa, sia umanamente che musicalmente. Inoltre, proprio grazie a questo mio lavoro ho avuto l’opportunità di conoscere persone legate alla figura del Branchina come il pronipote Antonino Romano, o il Sac. Salvatore La Spina primo estimatore e studioso del Branchina; ed ancora il Maestro Giuseppe Liberto già direttore della Cappella Sistina, Sabrina Cozzo, Carmelo Avellino, Federico Bivona, Piera Bivona, Don Francesco Abate, che mi hanno aiutato fin da subito nella mia ricerca di notizie condividendo con me tutte le informazioni in loro possesso e il cui contributo è stato prezioso. Ma un ruolo decisivo lo ha svolto la nostra Arcidiocesi di Catania, che oltre ad essere stata la culla di questo giovane prodigio, ancora oggi è custode dei suoi manoscritti: pertanto è giusto ringraziare l’arcivescovo di Catania, S.E. Mons. Luigi Renna, che si è dimostrato fin da subito molto attento alla figura del Branchina e al mio lavoro di ricerca.

Ovviamente, quella di giorno 11 sarà è il primo di una serie di doverosi tributi in quanto, è mia intenzione insieme alle persone sopra citate, di restituire l’onore e soprattutto il lustro che spetta al “nostro” caro Pietro Branchina. Per questo motivo, nei mesi a seguire non mancheranno concerti e conferenze a lui dedicati

*organista

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