Senato approva decreto sul Ponte sullo Stretto. Salvini: “Porterà 100 mila posti lavoro vero”

Senato approva decreto sul Ponte sullo Stretto. Salvini: “Porterà 100 mila posti lavoro vero”

Via libera al Senato al Dl sul Ponte sullo stretto di Messina che diventa così legge.

Un’opera che «sarà un orgoglio italiano nel mondo», dice il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini; «un risarcimento per calabresi e siciliani» che porterà «100 mila posti di lavoro vero». L’ultimo passaggio del decreto ha visto fino all’ultimo le opposizioni che hanno dato battaglia, con l’Alleanza Verdi e sinistra che ha sollevato martedì anche la questione di pregiudiziale di costituzionalità, che è stata respinta.

«Una mancanza di rispetto per il presidente della Repubblica, che ha firmato il decreto», dice Salvini, secondo il vicepremier e ministro che in aula ha dichiarato: «per dubbi e rilievi rivolgersi al Colle». Ha ribattuto il Pd con Dario Parrini: «non si cita il presidente della Repubblica per usarlo come clava contro le opposizioni». La presidente del gruppo Azione-Italia viva Raffaella Paita ha invece confermato un giudizio a favore del ponte «senza se e senza ma», ha poi detto al governo di finirla con la politica degli annunci.

Ora il Ponte comunque , dice Salvini è «`una decisione storica, definitiva, attesa da più di 50 anni” e quanto alla scelta di ripartire dal vecchio progetto del 2011, questa – secondo il vicepremier e ministro – «metterà al riparo dai contenziosi miliardari che pendono da anni sulle nostre teste» come spiega anche il ministero in un elenco di Faq pubblicate appena approvato il decreto. E visto che « sarà il ponte di tutti gli italiani» il ministero pensa ad un concorso di idee per dargli un nome. ministero ha anche pubblicato

Intanto, dalla nuova società inhouse alla lievitazione dei costi, ecco i contenuti del dl.
LA SOCIETÀ REDIVIVA. Il decreto riattiva la concessione alla Società Stretto di Messina, nata nel 1981 e messa in liquidazione dal governo Monti, e la trasforma in una società in house. Il ministero dell’Economia detiene una quota di maggioranza del 51% e indica presidente e di amministratore delegato. Hanno partecipazioni anche Rfi, Anas e le Regioni Sicilia e Calabria. Mentre l’attività di indirizzo e vigilanza spetta al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti che può indicare un commissario.

I VECCHI CONTRATTI. Il decreto prevede la possibilità per la società concessionaria e il contraente generale (allora Salini, oggi Webuild) di manifestare la volontà che ciascun contratto riprenda a produrre i propri effetti, a condizione della rinuncia alle azioni legali. Anche il progetto definitivo è quello approvato nel 2011, integrato da una relazione del progettista con prescrizioni che tengano conto, tra l’altro, della compatibilità ambientale e delle nuove norme tecniche per le costruzioni.

I TEMPI. Il decreto indica per l’approvazione del progetto esecutivo la data limite del 31 luglio 2024. Il ponte potrebbe essere transitabile nel 2032, nell’auspicio di Salvini.

I COSTI. L’ultima stima ufficiale dei costi del progetto è di 13,5 miliardi di euro, incluse le opere a terra, ed è indicata dal governo nell’allegato al Def. Nel 2011 il costo era di 8,5 miliardi. Il documento di economia e finanza ha registrato anche come, al momento, manchino le coperture.

LE ALTRE NOVITÀ. Un emendamento alla legge di conversione del decreto definisce il meccanismo di adeguamento dei costi «nel limite massimo» dell’importo indicato nel Def, ma con diverse eccezioni. Un’altra novità nel testo definitivo è la previsione di un piano di comunicazione da 7 milioni fino al 2030.

Ulteriori modifiche riguardano un commissario straordinario per i lavori dell’autostrada Palermo-Catania, controlli antimafia rafforzati, il cassetto virtuale per le procedure di esproprio virtuali e il piano integrato per il trasporto locale.

NIENTE ARCHISTAR. Un ordine del giorno del vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli (Fdi), approvato a Montecitorio la scorsa settimana ha sancito infine che il ponte deve diventare «simbolo del genio architettonico» italiano e non un copia e incolla di altri ponti e viadotti esistenti in ogni angolo del mondo.

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