Torna la scuola per 7 milioni di studenti: a richiesta mascherine e gel per la risalita dei contagi da Covid

Torna la scuola per 7 milioni di studenti: a richiesta mascherine e gel per la risalita dei contagi da Covid

Inizia l’anno scolastico con l’ombra del Covid.

Dalla prossima settimana circa 7 milioni di studenti italiani rimetteranno piede in classe e tornano i timori legati ad una risalita dei contagi per il diffondersi della variante Eris.

Dal ministero della Salute si invita alla calma ma in settimana ci sarà un incontro per fare il punto della situazione.

«Evitiamo allarmismi – ammonisce il direttore generale della programmazione del ministero della Salute, Francesco Vaia -. Noi adesso abbiamo gli strumenti per la tutela e in questo momento sono sufficienti». Dal canto loro i presidi si dicono pronti a correre ai ripari e annunciano la distribuzione di mascherine e del gel disinfettante.

«L’indicazione è quella di evitare gli assembramenti degli alunni, soprattutto in questi primi giorni di scuola – annuncia Mario Rusconi dell’Associazione presidi -. In molte scuole poi a chi lo chiederà distribuiremo le mascherine utilizzando le tantissime scorte che ci furono date durante la fase critica della pandemia. Stessa cosa avverrà con il gel». Al momento comunque non esistono misure restrittive anti-Covid nelle scuole e dunque non vi sono indicazioni specifiche sui comportamenti da adottare ma in una circolare il ministero della Salute raccomanda, comunque, di osservare le stesse precauzioni valide per prevenire la trasmissione della gran parte delle infezioni respiratorie: indossare la mascherina, se si è sintomatici, rimanere a casa fino al termine dei sintomi, lavare spesso le mani, evitare il contatto con persone fragili.

La campanella suonerà per la prima volta lunedì 11 settembre in Piemonte, Trentino e Valle d’Aosta; in Lombardia i ragazzi rientreranno in classe il giorno successivo, l’12 settembre. Il 13 settembre è il turno degli studenti di Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Marche, Sicilia, Umbria e Veneto. Il ritorno tra i banchi per gli studenti della Calabria, Liguria, Molise, Puglia e Sardegna è fissato al 14 settembre. Concludono l’inizio dell’anno scolastico l’Emilia Romagna, la Toscana e il Lazio, il 15 settembre.

Diverse le novità in quest’anno scolastico che sta per partire:

fra queste, ci sono le direttive emanate dal ministero dell’Istruzione e del Merito sul tema del bullismo. Si prevede che il voto assegnato per la condotta faccia riferimento all’intero anno scolastico, dando un peso maggiore a eventuali atti violenti o di aggressione sia nei confronti degli insegnanti e del personale scolastico, sia degli altri studenti. Inoltre, per le scuole medie, viene ripristinata la valutazione del comportamento, che sarà espressa in decimi e avrà un impatto sulla media generale dello studente. Il voto in condotta influenzerà anche i crediti per l’ammissione all’esame di maturità. In caso di sospensioni superiori a due giorni, lo studente sarà chiamato a svolgere attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate e se verrà ritenuto opportuno dal consiglio di classe, questa attività potrà proseguire oltre la durata della sospensione. L’altra importante novità del nuovo anno scolastico è l’introduzione di circa 50.000 docenti tutor e orientatori, impegnati con gli studenti di circa 70.000 classi dell’ultimo triennio delle scuole superiori.

E mentre si parla anche quest’anno di oltre 200 mila supplenti annuali che copriranno le cattedre scoperte, sembra che la procedura automatizzata on line utilizzata dal ministero dell’Istruzione per assegnare le supplenze abbia prodotto «migliaia di errori nell’assegnazione poiché l’algoritmo, come era accaduto nel 2022, non ha tenuto in considerazione alcuni parametri, con il risultato che molte cattedre sono state assegnate a chi aveva meno titoli rispetto ai colleghi». Lo sostiene l’Alleanza Verdi Sinistra – primi firmatari Franco Mari ed Elisabetta Piccolotti – rivolgendosi al ministro Giuseppe Valditara con un’interrogazione parlamentare, portando in questo modo in Parlamento le proteste di diversi supplenti primi in graduatoria che si sono sentiti danneggiati.

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