Catania, parla Piermaria Capuana ‘golden boy’ della politica: “Vogliamo avere gli strumenti per crescere”

Catania, parla Piermaria Capuana ‘golden boy’ della politica: “Vogliamo avere gli strumenti per crescere”

Piermaria Capuana, classe 2003, è il golden boy della politica catanese.

Già presidente della Consulta Provinciale Studentesca, poi assessore alle politiche scolastiche e innovazione tecnologica al comune di San Giovanni La Punta – incarico che lo renderà l’assessore più giovane d’Italia a soli 18 anni – da agosto siede in Consiglio comunale a Catania dove ha rotto un altro record, fino ad allora detenuto da suo padre (all’epoca ventiduenne): è il consigliere più giovane nella storia di Palazzo degli Elefanti. Il Corriere Etneo ha intervistato il capogruppo teenager di Forza Italia di ritorno dalla kermesse “Azzurra Libertà” tenutasi a Gaeta.

 Capuana, qual è stata l’esperienza più significativa della Festa nazionale di Forza Italia Giovani?

L’emozione più grande, oltre a quella di aver potuto offrire la mia testimonianza in un panel insieme al presidente Antonio Tajani, al governatore Roberto Occhiuto ed altri deputati nazionali e consiglieri regionali, è stata senza dubbio la possibilità di ritrovarmi con tanti coetanei, amministratori locali e dirigenti di partito, tutti accomunati dalla stessa voglia di crescere insieme e di voler dare un contributo positivo al nostro Paese, senza le invidie e le gelosie che purtroppo molto spesso nascono nei contesti locali. Ho percepito la voglia e la motivazione di voler essere classe dirigente nel presente, di voler conquistare con determinazione e merito degli spazi nel partito e nelle istituzioni.

La prima convention dei giovani senza Silvio Berlusconi. Qual è l’eredità che vi ha lasciato il presidente?

Una convention senza Berlusconi ma dedicata a lui. Così come lo sarà quella che si terrà a Paestum a fine mese in cui saremo altrettanto presenti. Ci siamo detti più volte che nonostante il presidente non sia più fisicamente con noi, continuerà comunque a vivere attraverso il berlusconismo. Noi siamo berlusconiani e lo siamo non soltanto perché portiamo avanti la sua memoria nel ricordo, tenendo sempre a mente quei principi e quei valori che ci ha trasmesso con il suo impegno, ma lo siamo perché vogliamo superare la memoria teorica mettendo in pratica i suoi insegnamenti e le sue idee. Per questo Forza Italia, così come ha sempre fatto il presidente Berlusconi, vuole investire sui giovani. Lo abbiamo dimostrato non soltanto costruendo un esercito di giovani amministratori nei territori, ma anche piazzando nei posti chiave del governo e in parlamento una classe dirigente in continuo ricambio generazionale.

Ritiene, quindi, che ci sia spazio per i giovani?

Assolutamente sì. Io ne sono una dimostrazione nel mio piccolo. Spesso si ritiene che in politica ci sia una preclusione di spazi, ma con la determinazione e l’impegno, dimostrando il proprio valore, si può arrivare ovunque. E quando raggiungiamo posizioni di potere dobbiamo sempre ricordarci di lasciare la porta aperta a chi verrà dopo di noi. Nessuno vuole sostituirsi a qualcun altro. I giovani vogliono solamente avere gli strumenti per crescere, e in un partito come il nostro c’è la possibilità di averli.

L’Espresso l’ha inserita tra i 60 under 30 più promettenti in politica, quelli da “tenere d’occhio”…

Una gratificazione tutt’altro che scontata, non solo per i miei vent’anni, ma anche perché vengo orgogliosamente dal Sud. Spesso si fa una distinzione, si pensa che i migliori amministratori provengano dal Nord e che addirittura le nostre migliori intelligenze lascino il meridione per crescere da un’altra parte, i cosiddetti cervelli in fuga. Non mi reputo un cervello, ma la mia breve storia di amministratore, che continuo a scrivere giorno dopo giorno, mi ha portato in un evento di rilevanza nazionale. Lì ho potuto confrontarmi con altri 59 coetanei che rivestono ruoli di responsabilità anche superiori al mio, perché c’erano parlamentari e sindaci giovanissimi, tutti provenienti da contesti politici, partitici e territoriali totalmente diversi. Ed è stato bello vedere l’inversione dei ruoli perché in quel caso i politici più anziani erano seduti in platea ad ascoltarci.

Quali sono le priorità per Catania?

Le priorità per Catania sono molteplici perché c’è bisogno di uno scatto d’orgoglio. Avere uno scatto d’orgoglio significa intanto riuscire ad apprezzare e comprendere l’enorme patrimonio di risorse e bellezze di cui dispone la nostra città, per natura, storia e cultura; ma dobbiamo anche avere l’ambizione di superarci, guardando ai problemi che ci sono per risolverli – cosa che ovviamente non potrà avvenire subito – grazie alla pianificazione, all’attivismo e alla determinazione. Dobbiamo agire con la consapevolezza che i problemi ci sono, ma nessun problema è talmente grande dal poterci distogliere dalla convinzione di volerlo risolvere. La chiave è sicuramente l’ascolto dei cittadini, che però non deve avvenire nel palazzo, ma tornando nelle strade e nelle piazze per scoprire da loro quali sono i veri bisogni della cittadinanza. La sicurezza, i rifiuti, lo sport e le scuole rappresentano senza dubbio una priorità. Però spesso si fa l’errore di fare una classificazione delle deleghe assessoriali o delle commissioni, considerandone alcune più importanti di altre. Io credo che ogni delega sia importante e che tutti i ruoli siano fondamentali allo steso modo e perciò debbano essere ricoperti al meglio nell’interesse di Catania e dei catanesi, perché non possiamo permetterci più di restare indietro nemmeno in un solo ambito.

A breve si terranno le elezioni universitarie a Catania…

Da capogruppo di Forza Italia e ancor prima da giovane mi interesso delle elezioni universitarie, così come della politica scolastica, contribuendo ad aggregare e formare giovani che si rivedono nelle nostre idee e nei nostri valori. Studenti per le Libertà, il movimento che fa riferimento al partito, tra non molto sceglierà il coordinatore regionale.

Francesco Mascali

Riguardo l'autore Francesco Mascali

Studente di giurisprudenza dell'Università Cattolica del Sacro Cuore: studia le leggi ma è allergico alle regole. Vive bilocato tra Milano e la Sicilia, ma alla Città preferisce sempre lo Strapaese. Appassionato di politica, arte e cultura popolare. Pensa rivolto verso Occidente e prega rivolto verso Oriente. È un individualista feroce: crede alla Libertà come valore assoluto dell'individuo che tutti gli Stati dovrebbero sempre rispettare. Ama ascoltare chi ha una storia da raccontare. Trova sempre il tempo per una passeggiata al mare, una risata con gli amici e un buon bicchiere di vino. Come il Gastone di Petrolini cerca sempre di avere una buona dose di orrore di sé stesso per restare saldamente ancorato a terra e trovare nuovi spunti per migliorarsi. Detesta le biografie (come questa).

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