Adrano, gli omicidi di “pasta rattata” e “pipituni” firmati dal clan Santangelo per l’egemonia del territorio: 4 arresti notificati in carcere

Adrano, gli omicidi di “pasta rattata” e “pipituni” firmati dal clan Santangelo per l’egemonia del territorio: 4 arresti notificati in carcere

Due omicidi commessi per ribadire la supremazia del clan mafioso Santangelo – `Taccuni´ ad Adrano: è il i movente, secondo la Procura distrettuale di Catania, di due agguati mafiosi commessi nel 2018 nella città del Catanese: quello di Alfio Neri, 39 anni, ucciso il 15 agosto, e quello di Francesco Rosano, di 37 anni, assassinato il 18 gennaio dello stesso anno.

Le indagini della polizia hanno portato a identificare i presunti autori dei due delitti: quattro affiliati alla cosca, emanazione territoriale della `famiglia´ di Cosa nostra Santapaola-Ercolano, destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Catania, su richiesta della Dda della Procura etnea, su indagini della squadra mobile della Questura e del commissariato di Adrano.

I 4 esponenti del clan Santangelo – “Taccuni”, raggiunti dalla misura cautelare presso le strutture penitenziarie in cui erano già detenuti per altra causa, sono:
1.    SANTANGELO Gianni (cl.1983);
2.    BULLA Antonino (cl.1983);
3.    CRIMI Salvatore (cl.1986);
4.    SAMPERI Alessio (cl.1985)

Le indagini hanno consentito di ricostruire la dinamica ed individuare gli autori dell’omicidio di ROSANO Francesco avvenuto il 18.1.2008 e dell’omicidio di NERI Alfio inteso “pasta rattata” avvenuto il 15.08.2008.
ROSANO Francesco era stato attinto al volto ed al torace da 13 colpi di pistola cal.9 la mattina del 18.1.2008 mentre era alla guida della sua autovettura in via Bruno ad Adrano nei pressi della sua abitazione.

Sin da subito le indagini ipotizzarono che l’omicidio fosse da ricondurre ad una ritorsione attuata dal clan Santangelo – “taccuni” in risposta triplice omicidio di CRIMI Daniele, FINOCCHIARO Alfio e ROSANO Alfio avvenuto ad Adrano il 27.7.2006 e per il quale gli esecutori materiali erano stati individuati nei fratelli LIOTTA Antonino e LIOTTA Alfredo, intesi “trentalire”, e MAZZONE Vincenzo, i quali avevano come obiettivo privilegiato ROSANO Alfio, in quanto esponente di spicco della famiglia “Rosano” intesi “pipituni”, appartenente al clan Santangelo – “taccuni”.
Le indagini accertavano, in particolare, l’esistenza di stretti rapporti tra ROSANO Francesco, vittima dell’omicidio del 15.1.2008, ed i citati esponenti di vertice del gruppo Liotta – Mazzone responsabili del triplice omicidio avvenuto nel luglio 2006.
NERI Alfio era stato attinto da 6 colpi di pistola cal.7,65 e cal.38 nella tarda mattinata del 15.8.2008 mentre, essendo alla guida del suo scooter, in via Cattaneo ad Adrano, tentava di fuggire ai sicari.

Le circostanze dell’agguato indicavano, anche in questo caso, come l’omicidio fosse ascrivibile a contrasti sorti tra le organizzazioni mafiose operanti nel comprensorio adranita.
In particolare, le indagini accertarono, sin dal principio, come il movente dell’omicidio fosse da ricondurre ad una ritorsione attuata dal clan Santangelo – “taccuni” contro il gruppo di COCO Francesco, esponente di spicco dell’associazione mafiosa denominata clan Scalisi, articolazione adranita del clan mafioso catanese Laudani, al quale la vittima NERI Alfio era strettamente legato pur non essendo affiliato a quest’ultimo sodalizio mafioso.

Altresì, dalle attività d’indagine emersero forti contrasti tra il clan Santangelo – “taccuni” ed il clan Scalisi, in cui COCO Francesco ricopriva all’epoca un ruolo centrale, maturati nell’ambito della riscossione delle estorsioni in pregiudizio di imprenditori e commercianti del locale mercato ortofrutticolo.

Alle risultanze investigative acquisite nelle indagini effettuate nell’immediatezza dei due omicidi si aggiungevano le dichiarazioni rese da diversi collaboratori di giustizia adraniti, tra cui LA ROSA Giovanni, ROSANO Vincenzo, ROSANO Francesco, ROSANO Valerio, sia in sede di interrogatorio che durante apposite audizioni svoltesi in sede di incidente probatorio.

Ne risultava un quadro probatorio che, oltre a confermare il movente di entrambi gli omicidi, faceva emergere, allo stato degli atti con riguardo alla fase processuale che non ha ancora consentito l’instaurazione del contraddittorio innanzi al Giudice, gravi indizi di colpevolezza a carico di SANTANGELO Gianni, BULLA Antonino quali esecutori materiali dell’omicidio di ROSANO Francesco e a carico di SANTANGELO Gianni, BULLA Antonino, CRIMI Salvatore e SAMPERI Alessio quali esecutori materiali dell’omicidio di NERI Alfio.

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