Hybla-Paternò: verso la nuova rinascenza e il ritrovato senso di comunità

Hybla-Paternò: verso la nuova rinascenza e il ritrovato senso di comunità

“Eppur si muove”.

Le sollecitazioni culturali nella città di Hybla-Paternò – provenienti da tutte le parti – cominciano a dare i primi frutti. Nel fine settimana, tra Paternò e Catania si sono svolti due eventi che hanno presentato alle comunità etnee, Sofonisba Anguissola e Iulia Florentina. Due figure iconiche della storia di questo territorio, mentre in precedenza, l’onore della scena, era toccato alla Madonna della Catena di Antonello Gagini.

Una convergenza di intenti, un rinnovato senso della comunità, la voglia di uscire dal provincialismo culturale. Un lavoro che impegna molte associazioni, sostenuto dalla stampa, dall’imprenditoria, dalla politica e dagli istituti culturali che, come per incubare processi, sostengono questa metamorfosi. L’impegno della Fondazione Federico II di Palermo, presieduta dall’on. Gaetano Galvagno e diretta da Patrizia Monterosso solo evidenti, non solo nell’area etnea ma in tutta la Sicilia. Siamo sicuri che anche il sindaco Nino Naso, lavorerà in questo senso.

Dicavamo di un clima nuovo e produttivo e questo 2024 ci riserva ancora tante sorprese. Iulia Florentina ha completato il suo viaggio. Adesso, le copie delle lapidi e i pannelli esplicativi sono presenti sia nella sua città natale (6 marzo) che in quella della sepoltura 4(ottobre). Grazie al Kiwanis di Paternò e a quello di Catania Est con la collaborazione dell’Archeoclub d’Italia sezione Ibla Major e della Società di Storia Patria della Sicilia Orientale. Si realizza il sogno di Mons. Gaetano Zito anche per il lavoro incessante della proff.ssa Cristina Soraci e del prof. Vittorio Rizzone.

In tanti sono stati strumenti di questo progetto culturale ma vale la pena ricordare Elio Garozzo, Angelo Corsaro, Angelo Perri e Lorenzo Asero, come anche Grazia Spampinato e padre Salvo Patanè. Ma un grazie speciale deve essere rivolto a S.E. Mons. Luigi Renna, Arcivescovo Metropolita di Catania per il sostegno e l’incoraggiamento verso lo studio e la ricerca della verità.

Adesso bisogna fare un salto di qualità. Andare oltre.

Le celebrazioni sono finite, le feste pure, ora bisogna lavorare per dare sostanza e concretezza a questi sforzi. Per fare questo è necessario fissare una “road map” operativa. Bisogna ripartire dalla formazione, quella che afferisce alla scuola, quella rivolta agli studenti. Per fare questo bisogna formare diffusamente i docenti che devono introdurre nei programmi curriculari la storia della città e dei suoi preziosi tesori artistici e culturali.

Ma non possiamo dimenticare le criticità congenite al sistema: isolamento, disconoscimento e occasionalità presenti nelle azioni culturali fimo ad oggi. Bisogna superare tutto questo. Puntando sul patrimonio dei saperi: condividendolo, diffondendolo e contaminandolo. Perché questi saperi sono la nostra memoria, le nostre risorse, la nostra identità, la nostra narrazione, sostenuta dalla ricerca. Quindi serve un governo delle iniziative, che definisca obiettivi, implementando la ricerca, costruendo un progetto condiviso.

Hybla-Paternò: verso la nuova rinascenza e il ritrovato senso di comunitàDalla scuola, come terreno di coltura al patrimonio, come risorsa; fino al progetto come metodo per realizzare una crescita felice, che sviluppi e potenzi le attività turistiche, artigianali, industriali, agricole, culturali e della solidarietà. Per fare tutto questo serve la creazione di una “fondazione” come soggetto giuridico che metta in rete sinergica gli attori del processo: enti, associazioni, imprese e professioni; che definisca obiettivi sistemici e di ampio raggio per superare le criticità congenite e utilizzi gli strumenti più innovativi e sostenibili, per creare nuove ecologie: umane, ambientali ed economiche.

Tanto c’è ancora da fare, tanto da ricercare, tanto da verificare e in questo senso si colloca la dichiarazione del Presidente dell’Assemblea Siciliana, Gaetano Galvagno: ” L’augurio è che il prezioso patrimonio artistico e monumentale della città, che comprende anche quelle di Antonello Gagini con la Madonna della Catena, nonché il potenziale archeologico dell’acropoli, possano essere valorizzate con un progetto organico, con nuove risorse e nuovi strumenti per offrire modelli di sviluppo economici e culturali innovativi e efficaci”. Questo ci sembra un ottimo punto di partenza o ripartenza.

Le due serate – moderate da Mary Sottile (Hybla) e da Elio Garozzo (Katane) – quella di Sofonisba e quella di Iulia e prima ancora quella di Antonello Gagini, hanno restituito nuova linfa e s’inquadra in questo senso la sollecitazione di Alfredo Nicotra sulla possibile presenza di El Greco nelle opere di Sofonsiba e proprio una sua recente pubblicazione proporrà i termini della questione (A. Nicotra, G. Vecchio, Le donne e l’Arte, Edizioni Quasar 2023). Siamo tutti cauti ma la ricerca è fatta di verità provvisorie in continua evoluzione, restiamo in attesa di altre conferme. Intanto dobbiamo registrare gli straordinari interventi – nelle due distinte serate – di Paolo Giansiracusa, Roberta Crachiolo (storici dell’arte), per Sofonisba Anguissola, venerdì sera a Paternò e Rossana Barcellona, Giuseppe Guliti e Cristina Soraci (storici del Cristianesimo) per Iulia Florentina, sabato sera a Catania. Un programma ricco ed entusiasmante che ha proiettato queste città tra Parigi, Madrid, Palermo, Cremona e Napoli. Insieme, Catania (Katane) e Paternò (Hybla Major).

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Riguardo l'autore Francesco Finocchiaro

Architetto vitruviano. Credente convinto e appassionato delle religioni. Vive il suo lavoro come una grande passione . Esplora gli innumerevoli paesaggi dell’arte: dalla poesia al giornalismo, dall’architettura alla grafica, dalla comunicazione alle strategie urbane. Docente di storia dell’arte e filosofo dell’abitare. Convinto sostenitore del futurismo e che l’innovazione ha le sue radici nella memoria. Vorace lettore di Papa Francesco, di Pablo Neruda, Lucía Etxebarria e Omero. Vive l’architettura come un Pitagorico, in forma mistica e monastica come il suo architetto preferito, Peter Zumthor.

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