Antiche vie da salvare: azioni imperdonabili sulle strade storiche di Hybla Major a Paternò

Antiche vie da salvare: azioni imperdonabili sulle strade storiche di Hybla Major a Paternò

Le città nascondono segreti, antiche storie che ne hanno modellato la forma.

Antiche vie da salvare: azioni imperdonabili sulle strade storiche di Hybla Major a PaternòMisteri urbani, fili sottili che si perdono nel tempo sotto il cemento e l’asfalto. Forme, allineamenti e corrispondenze. Una maglia reticolare che trova le sue ragioni nella cosmologia, nella forma dell’acqua, nella dimensione del sacro, nella terra, fatta di roccia e fuoco.

Dentro questo labirinto inestricabile, stratificato e sommerso dall’oblio, rimangono sospesi in superficie, come flutti nel mare, le tracce evidenti e ridondanti della storia. Nuove geometrie contemporanee che riprendono le antiche giaciture. Antichi tracciati che ritrovano la luce grazie ai toponimi, ai segni incisi sulla pietra, ai pochi documenti disponibili e alla sovrapposizione delle trame visibili e invisibili che l’archeologia del paesaggio ci restituisce.

Un paesaggio spesso stravolto e distorto dalla superficialità, dalle dimenticanze, dall’arroganza.

Un paesaggio fatto ancora oggi di sentieri, di viuzze, di relazioni sottointese. Una rete di luoghi, di vedute, di spazi che definiscono gerarchie urbane e rurali. Testimoni, di storie e tradizioni, di vicende e tragedie, di processioni e feste. Dentro questo palinsesto vanno ricercate le ragioni della rigenerazione dello spazio: nella città costruita e nella città coltivata. Per difendere e tutelare le ultime sentinelle della storia.

Antiche vie da salvare: azioni imperdonabili sulle strade storiche di Hybla Major a PaternòIn molte città questi patrimoni stanno scomparendo, inghiottiti da una modernità cieca e vorace. Sommersi da un funzionalismo apatico che cancella ogni cosa. Una collezione di interventi che non usano le modalità del “progetto” ma quelle dell’occupazione atopica dello spazio. Occasioni perdute per coniugare tradizione e modernità, reperto e innesto, conservazione e innovazione, coerentemente alla necessità di fare storia.

Nei nostri territori sembrano perse queste modalità di fare paesaggio. Si tenta di dismettere – spesso ci si riesce – i filari di alberi, le recinzioni murate con i terrazzamenti a secco e le campagne urbane. Si smontano cornici, paraste, pietre angolari. Si aggiungono forme senz’anima, pareti senza luce, macchine enormi senza respiro. Si violenta la natura di un paesaggio antico e gli strati storici che l’uomo ha realizzato nei secoli. Si violenta prendendo possesso di ogni cosa. E l’architettura di qualità – antica e moderna – sparisce dall’esperienza ordinaria.

Intorno all’acropoli di Hybla Major a Paternò, avviene questo e altro.

Antiche vie da salvare: azioni imperdonabili sulle strade storiche di Hybla Major a PaternòForse anche peggio. Mentre ci si dimena per disegnare modelli nostalgici di bellezza ecologica, mentre si ideologizza ogni cosa del fiume Simeto come fosse un monumento, le acque putride delle città lo inquinano senza pudore, trasformandolo in una fogna nauseabonda. Mentre si proclama la poesia bucolica impregnata di ecologismi e ambientalismi, le antiche trazzere vengono occupate, stravolte e scavate senza nessuna tutela per il sottosuolo. E se non bastasse, non possiamo dimenticare il parere della Commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali della provincia di Catania con il Verbale 19 della seduta del 6 febbraio 1955; del DM 20 giugno 1956 – Dichiarazione di notevole interesse pubblico della zona della collina di Paternò, sita nell’ambito del Comune di Paternò; del DP del 17 settembre 1965 (1230) Convalida del Decreto 20 giugno 1956, concernente la dichiarazione di interesse pubblico della collina di Paternò.

A levante e a ponente dell’acropoli di Hybla, le antiche strade, quelle che da secoli permettevano l’accesso alla sommità sacra, sono oggi oggetto di azioni imperdonabili, nell’indifferenza generale, anche delle istituzioni. Accessi pubblici che diventano privati, strade che da anni aspettano scavi archeologici per svelare le ricchezze nascoste, violentate da ruspe e macchine infernali che ne deturpano il sottosuolo senza nemmeno l’anestesia. Mezzi meccanici che invadono ogni cosa, a oriente e a occidente, sotto il Santuario della Consolazione e sotto il cimitero. Una mattanza infernale, scavi scriteriati senza la necessaria archeologia preventiva. Cosa stiamo perdendo?

Indifferenza, complicità, malizia, premeditazione.

Antiche vie da salvare: azioni imperdonabili sulle strade storiche di Hybla Major a PaternòIn molti si girano dall’altra parte, per imbarazzo, per codardia. In fin dei conti nessuno fa male a nessuno. Dentro questo paesaggio dantesco, tra le pieghe di questo spazio di margine, covano i caporalati, gli omicidi, le vessazioni, le devianze, gli scavi clandestini, gli interessi di pochi, protetti dall’ombra e dall’isolamento. Ma noi siamo interessati ad altro, alle festicciole, ai manifesti, a quella confort zone che ci appaga.

Silenzio, abbiamo cose più importanti a cui pensare. Agli intrighi, alle marchette, agli affari.

Nel frattempo, perdiamo pezzi di memoria come fosse una malattia. Il paesaggio urbano e agricolo è come affetto da Alzhiemer, dimentica piano piano, sotto i colpi di una comunità complice. Sarebbe interessante indagare sulle aree lungo la via Nazario Sauro, adiacente all’ex Macello, sulle persistenze archeologiche, evidenti anche ai bambini; sulle reti idriche antiche, quelle di cui non si riesce ad avere una mappa certa e di cui non si parla. Sarebbe interessante scovare non solo scavare. Sono tante le aree ad oggi meritevoli di attenzioni sul piano della tutela del patrimonio storico e culturale, archeologico e monumentale.

Silenzio, abbiamo cose più importanti a cui pensare.

Nel frattempo, rischiamo di perdere la rete della mobilità storica, quella che permetteva di arrivare e ripartire dall’antica Hybla (ops ma forse Hybla non esiste, questo è l’assioma ironico che ha giustificato ogni dimenticanza).

Non possiamo che proporre una soluzione: far riemergere questa rete di strade e per queste prevedere il recupero, la restituzione alla pubblica fruizione (per quelle chiuse illegittimamente). Possiamo solo augurarci che gli enti preposti, regionali, metropolitani e comunali si impegnino a recuperare il tempo perso. A non girarsi dall’altro lato, a prendere una posizione rispetto alla necessità di recuperare la memoria rimasta. A partire dalle strade storiche (anche le piazze), quelle oggi abbandonate, quelle che erano la ricchezza di questa città, verso il fiume Simeto, verso la Fabaria. Forse sarebbe meglio dire che quella sacralità del paesaggio, quella che ha determinato l’identità, rischia di essere violata e persa per sempre. Forse dobbiamo rifrequentare queste vie, attraversarle, riconquistarle, localizzando eventi e attività collettive per ri-vivere.

Antiche vie da salvare: azioni imperdonabili sulle strade storiche di Hybla Major a Paternò

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Riguardo l'autore Francesco Finocchiaro

Architetto vitruviano. Credente convinto e appassionato delle religioni. Vive il suo lavoro come una grande passione . Esplora gli innumerevoli paesaggi dell’arte: dalla poesia al giornalismo, dall’architettura alla grafica, dalla comunicazione alle strategie urbane. Docente di storia dell’arte e filosofo dell’abitare. Convinto sostenitore del futurismo e che l’innovazione ha le sue radici nella memoria. Vorace lettore di Papa Francesco, di Pablo Neruda, Lucía Etxebarria e Omero. Vive l’architettura come un Pitagorico, in forma mistica e monastica come il suo architetto preferito, Peter Zumthor.

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